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A cura di Enrica Cherici

Aretina d.o.c.g., giornalista con la passione amaranto. Mamma consapevole, moglie. Dalla tv al web il passo non è stato breve, ma la telecamera l'ho portata con me.

L'analisi

Tiezzi: “Ad Arezzo gli utili più alti del centro Italia. Si fa sentire la carenza di infrastrutture”

L'analisi dell'economia aretina da parte del presidente dell'Ordine dei commercialisti di Arezzo in vista dell’autunno e della fine dell’anno. Una svolta importante dalla stazione MedioEtruria

Dati incoraggianti, settori trainanti dell'export e imprese aretine che hanno gli utili più alti del centro Italia. E tutto questo nonostante la mancanza di alcune infrastrutture strategiche e l'isolamento in cui vivono alcune zone dell'Aretino.

È un'analisi approfondita sia a livello economico, ma anche sociale, quella del presidente dell'Ordine dei commercialisti di Arezzo Roberto Tiezzi per capire quali prospettive attendono la provincia per il prossimo autunno e in previsione della fine del 2023.

 “Per quanto riguarda la nostra provincia i dati sono più incoraggianti spinti dall’export. Bene l’oro, in ripresa il turismo e l’agroalimentare. Buoni i dati dell’occupazione.  A livello di economia UE, i dati Istat fanno intravedere un punto di svolta. Infatti ci muoviamo un contesto geopolitico complesso: gli elevati prezzi dell'energia alimentano l'inflazione, le persone in tutta Europa sono alle prese con l'aumento del costo della vita e le nostre imprese perdono competitività. Dopo i risultati economici relativamente solidi di quest'anno, le prospettive economiche per il prossimo anno si sono indebolite e ci aspettiamo per il 2023 una crescita dell'economia dell'UE solo dello 0,3%. Tuttavia un mercato del lavoro forte, accompagnato da riforme e investimenti nel quadro del dispositivo per la ripresa e la resilienza, dovrebbe contribuire a sostenere l'economia. Occorre sostenere i più vulnerabili con misure mirate, allineare le politiche monetarie e di bilancio per contrastare l'inflazione e mettere in sicurezza il più rapidamente possibile il nostro futuro approvvigionamento energetico”.

La situazione economica si intreccia, inevitabilmente con quella sociale.

“Il compito della politica dovrebbe essere quello di indirizzare le attività economiche per accrescere il bene comune – sostiene Tiezzi - In realtà oggi avviene il contrario, sono le multinazionali che dettano l’agenda politica con tutte le conseguenze del caso. La vicenda Fimer ne è un esempio. Centinaia di famiglie sono state lasciate in balia del loro destino rimasto attaccato alle volontà dei Fondi di Investimento e delle Multinazionali. Fortunatamente sembra che una soluzione dopo tanta paura sia stata trovata. Essendo la competenza della questione il Tribunale di Milano le notizie arrivano tuttavia molto filtrate”.

Le imprese aretine hanno segnato un calo nei ricavi, ma segnano gli utili più alti del centro Italia.

“Questo è quanto emerge da uno studio effettuato dalla Fondazione nazionale dei dottori commercialisti ed esperti contabili – spiega ancora Tiezzi -  Potrebbe sembrare un ossimoro ma in realtà per chi si occupa di analisi aziendali è una situazione che si verifica abbastanza di frequente. Evidentemente le nostre aziende sono riuscite a generare economie di scala tali da produrre utili importanti con ricavi anche magari inferiori alle attese”.

Infine il presidente dell’Ordine individua i settori nei quali è necessaria una crescita per l’economia e il territorio aretino.

“Alla base di una solida crescita economica ci sono le infrastrutture. Il nostro territorio soffre molto la mancanza di una attenzione particolare a questo elemento fondamentale per lo sviluppo di una comunità. Le nostre vallate sono rimaste troppo isolate. Penso alla situazione viaria del Casentino, alla Valtiberina sempre in balia dell’annosa vicenda della “due mari” e alla Valdichiana che dovrebbe trovare una svolta importante con la costruzione della Stazione Medioetruria. Tutti temi di cui la politica dovrebbe in primis occuparsi e che invece, troppo spesso, sono lasciati sui tavoli per anni senza un perché. A questo va aggiunto il dato negativo relativo all’indice di sportività che pone Arezzo soltanto 71esima tra le province Italia e penultima in Toscana. La carenza di strutture si riflette anche sullo sport che invece dovrebbe essere incentivato per il suo alto valore sociale”.

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