Quanto conta l’educazione allo sguardo nella società contemporanea? Rosie e l'incontro con Simonetta Agnello Hornby
#LettoriSelvaggi è una rubrica sui libri per i più piccoli curata da Elena Giacomin, libreria La casa sull’Albero.
Rosie e gli scoiattoli di St.James, Simonetta Agnello Hornby, George Hornby, illustrazioni di Mariolina Camilleri, Giunti
Rosie ha 9 anni è una bambina vivace, curiosa e soprattutto è una grande osservatrice. E’ figlia del melting pot londinese, papà siciliano e mamma giamaicana che di lavoro guidano i famosi autobus rossi. Quando non sanno con chi lasciare la bambina, la portano con loro e Rosie, lungo le rotte percorse dall’autobus, scruta le vite che le scorrono davanti, senza bisogno di un televisore o di un tablet, perché ha a sua disposizione una quarantina di finestre da cui osservare la città. Al mattino presto i manovali, poi gli uomini e le donne con i vestiti ben stirati, poi i genitori che accompagnano i bambini a scuola, poi gli anziani, gli studenti ed anche i senza tetto.
A Rosie piace guardarsi intorno, ma la cosa che ama di più è chiacchierare con gli altri passeggeri ed è proprio da una signora seduta di fianco a lei che sente parlare degli scoiattoli del parco di St.James. Intenzionata a scoprire che fine hanno fatto, Rosie si fa portare al parco nel giorno del referendum per la Brexit. A quanto pare degli scoiattoli non c’è più traccia e il Custode le racconta che da qualche settimana persino le uova dei pellicani sono scomparse dai nidi.
Rosie, che è una bambina speciale, sa accogliere la magia dell’avventura che le si sta prospettando dentro i rami di una quercia. Si trova, infatti, catapultata in un mondo segreto, nel mondo degli scoiattoli che nel Parlamento della chioma stanno discutendo su come organizzarsi, assieme a pellicani e pappagalli, per fronteggiare l’attacco di volpi e ratti, originari dell’Inghilterra, che vogliono scacciare una volta per tutte i nuovi arrivati.
Una favola contemporanea che consegna ai bambini delle riflessioni importanti su dov’è “casa”. O su cosa significa appartenere a un paese o a una città e cosa significa essere “originari” di un luogo.
Simonetta Agnello Hornby è una delle più note scrittrici italiane contemporanee. Nata in Sicilia, è stata per più di 30 anni una children’s lawyer, si è occupata di diritti dei migranti e di violenza famigliare. Nel 2015 è protagonista con il figlio George del docu-reality Io & George, in onda su Rai 3, un viaggio da Londra alla Sicilia per sensibilizzare sulle problematiche delle persone disabili.
Attraverso Rosie, Simonetta Agnello Hornby, ci consegna un ragionamento profondo e molto attuale, su quanto sia importante stare insieme, con le nostre differenze, condividendo spazi geografici ed interiori, formando una cultura nuova che è frutto della mescolanza delle nostre storie, delle nostre radici, dei nostri desideri e sogni.
Un modo di guardare al mondo che deve essere allenato fin dalla più tenera età ed è responsabilità degli adulti preparare i bambini a vedere le cose da prospettive diverse. Proprio come fa il papà di Rosie che la porta alla National Gallery e la sfida a trovare un teschio nascosto nei quadri. Il papà con pazienza la fa avvicinare, le fa cambiare angolatura, la fa stendere sul pavimento e piano piano Rosie trova il teschio. Questione di sguardo, di prospettiva, di intenzione.
Questo è quello che io e i miei ragazzi del Circolo dei lettori abbiamo letto nelle parole di Simonetta Agnello Hornby e quando mercoledì prossimo la incontreremo per intervistarla e per presentare il suo libro partiremo proprio da qui, da quanto conta l’educazione allo sguardo nella nostra società contemporanea.