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Redazione

Le regole sul consumo e la somministrazione di alcol non significano che ad Arezzo non si possa più bere

Si sta diffondendo una voce senza senso; cioè che ad Arezzo non si possono più bere alcolici. Qualcuno ci gioca politicamente e qualcun altro ci crede. In realtà a ben guardare si può bere quanto prima, basta che non lo si faccia fuori dai locali...

Si sta diffondendo una voce senza senso; cioè che ad Arezzo non si possono più bere alcolici. Qualcuno ci gioca politicamente e qualcun altro ci crede. In realtà a ben guardare si può bere quanto prima, basta che non lo si faccia fuori dai locali (e dalle case private), dai loro spazi all'aperto e dopo le due di notte.

Quanti sono coloro che bevono alcol dopo le due di notte? Per lo più un po' di ragazzi che sono andati oltre le loro capacità di sopportazione e hanno perso il controllo di se stessi.

E quanti sono coloro che consumano abitualmente alcol per strada nell'arco della giornata? Pochissimi. Se si toglie qualche birra consumata sui gradini di piazza Sant'Agostino o sul sagrato di San Francesco, rimane quasi niente. Quasi, perché esiste un'abitudine al consumo da parte di vagabondi ubriachi e immigrati non esattamente a loro agio.

E allora basterà gestire il divieto in maniera intelligente per mantenere un centro cittadino più decoroso che negli ultimi anni, ma anche più sicuro per coloro che lo frequentano da pedoni a ogni ora del giorno.

Resta il vero problema dei problemi, cioè il consumo smodato di alcol tra i minori e le sue conseguenze (coma etilici, incidenti stradali, vomito sparso qua e là, cervelli in fuga senza bisogno di andare all'estero...). Lì bisogna agire con fermezza e far rispettare la legge che vieta la somministrazione, senza mezze misure.

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