La partita di Pontedera ha ancora una volta fatto vedere che l'Arezzo c'è. Il pareggio finale è bugiardo e il palo e la traversa colpiti da Moscardelli sono lì a testimoniarlo insieme alle altre occasioni costrute.

Invece l'Arezzo non c'è. Non c'è quello societario.

E' necessario trovare il modo di portare in fondo il campionato degli amaranto, se non altro per salvare il titolo sportivo e disputare un campionato dignitoso nella prossima stagione.

Certo è dura mandare giù una stagione così. L'Arezzo è l'unica formazione che si è indebolita con lo sciagurato mercato di gennaio (regia di Zavaglia e Di Iorio) senza tuttavia diminuire il budget ingaggi. Rimane l'amarissimo in bocca a pensare che con una società normale e Pavanel in panchina fin dall'inizio questa compagine sarebbe stata in grado di combattere per il primo posto, e invece ci tocca soffrire se va bene per raggiungere una salvezza diventata maledettamente difficile (con i probabili 8 punti di penalità oltre i 3 già "incassati") e da conquistare con una rosa lunga quanto povera di titolari veri.

Quella di Pontedera sarà forse l'ultima partita di questo Arezzo sciagurato, ma se una possibilità che non sia così c'è va trovata. Non è giusto fermare il lavoro sportivo del gruppo, staff e giocatori tutti. Non è giusto lasciare in mezzo alla strada dipendenti che hanno dimostrato grande attaccamento ai colori.

Se non si troverà nessuno in grado di sborsare i soldi necessari alla conclusione della stagione sarà fallimento, e poi chissà.

Caro Sindaco e cari imprenditori aretini, ha ragione Pavanel, questo è il momento di tirare fuori le palle.