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la distruzione del PD aretino è ora completa - I COMMENTI

Una sconfitta totale cercata, voluta, inseguita a lungo. Questo è quanto ha raccolto ieri il PD aretino. Di segnali ne erano giunti a bizzeffe da anni, ma in piazza Sant'Agostino, ad Arezzo, hanno potuto di più le divisioni interne che la voglia...

Una sconfitta totale cercata, voluta, inseguita a lungo. Questo è quanto ha raccolto ieri il PD aretino. Di segnali ne erano giunti a bizzeffe da anni, ma in piazza Sant'Agostino, ad Arezzo, hanno potuto di più le divisioni interne che la voglia di vincere e ascoltare gli elettori. Oggi, dopo aver perso Bibbiena, Arezzo, Anghiari, Sansepolcro, Montevarchi e vari altri spiccioli, il PD non è più il punto di riferimento politico di un intero territorio. Di certo le reti del potere locale tessute nel dopoguerra hanno subito, e di più subiranno, un colpo mortale.

E se a livello nazionale è sopratutto (ma non soltanto) la crisi dei partiti tradizionali a minare la forza del PD, nel territorio aretino è stata la divisione dello stesso partito (mai nato?) a portare al crac. Qui la sinistra interna è più potente e numerosa che altrove...

E chissà se il PD così come lo abbiamo conosciuto esisterà ancora in futuro. Infatti più che la caduta di un già poco significativo segretario provinciale del "non facciamoci del male", Massimiliano Dindalini, le batoste di Montevarchi e Sansepolcro segnano l'impossibilità di portare a compimento un'unione sulla quale avevano scommesso, a livello nazionale, Veltroni, Prodi e i loro seguaci.

Da queste parti il matrimonio tra cattolici DC e comunisti PCI non è mai avvenuto e a questo punto è lecito asserire che mai avverrà. Non c'è alcun vero punto di contatto tra Vincenzo Ceccarelli e Maria Elena Boschi; il primo, ex comunista, recordman di preferenze popolari e la seconda, figlia della DC, paracadutata nel suo stesso territorio dall'alto.

Con ogni probabilità dalle nostre parti saremo anticipatori del processo di disgregazione nazionale, quello che avrà luogo a partire dall'esito del referendum sulle riforme costituzionali, che visto l'esito delle amministrative è chiaramente destinato a detronizzare Renzi e a demolire il suo castello PD.

Così ognuna delle due fazioni interne avrà avuto il proprio suicidio. Per non assistere al successo dell'altra, infatti, ciascuna si è immolata (Montevarchi è il caso perfetto) e il quadro politico amministrativo dell'aretino è oggi estremamente frazionato e diviso. Sarà un bene? Ce lo dirà la storia.

NB e PS: Grosseto è tornata in mano alle destre, così che la Toscana del sud (est) immaginata e varata dal PD regionale, con due capoluoghi su tre guidati da giunte destrorse è già oggi un'altra cosa.

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