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la Cina è lontana, ma si sta avvicinando pericolosamente

L'occidente (e non solo) dell'economia e della finanza si è affidato in buona parte alla Cina quando è entrato in crisi profonda. Si è affidato alla Cina credendo nella sua crescita forsennata (a due cifre) e cedendo ad investitori provenienti da...

L'occidente (e non solo) dell'economia e della finanza si è affidato in buona parte alla Cina quando è entrato in crisi profonda. Si è affidato alla Cina credendo nella sua crescita forsennata (a due cifre) e cedendo ad investitori provenienti da quell'area fior di partecipazioni, spesso maggioritarie, in società che un tempo erano fiori all'occhiello dell'occidente. La stessa economia statunitense, ma anche quella di molti paesi europei e africani, ha goduto (si fa per dire, vista la situazione dalle nostre parti) di liquidità di provenienza cinese. Allo stesso tempo i più arditi tra i nostri imprenditori hanno investito molte delle proprie energie per avere un ruolo nel mercato con gli occhi a mandorla.

L'export è ciò su cui puntiamo, almeno in Italia, per risollevarci, ma la crisi di Shanghai peserà non poco già sul PIL 2016, in origine previsto in aumento dell'1,7% dal nostro governo.

Per il momento il contraccolpo riguarderà molto la fiducia, una componente dell'economia così importante quanto volatile, ma se la situazione dovesse prendere una brutta piega non momentanea, allora le cose si farebbero davvero pesanti.

L'export aretino, nel suo grande piccolo, soffrirà in ambiti strategici come quello dell'abbigliamento o tecnologico, sui quali si appoggia non poco (dei segnali negativi si erano già avvertiti prima di questa crisi finanziaria).

Ma la domanda che occorre porsi è senz'altro la seguente:

La crisi cinese si sta verificando perché la finanza locale ha drogato quella economia come avvenne in america nel 2008?

Se la risposta fosse sì, allora saremmo di fronte a un vero disastro. Infatti vorrebbe dire che ha ragione chi sostiene che nessun governo è in grado di "gestire" l'attività finanziaria, la quale non si sa governare da sola. Ma per non essere pessimisti bisogna tenere conto del fatto che l'economia cinese è ancora in crescita, una crescita che in Europa nemmeno ci sogniamo.

A giudicare dall'immobilismo europeo (e occidentale) di questi giorni pare però che nessuno sappia cosa fare o come reagire a una situazione potenzialmente esplosiva. La Cina non è la Grecia, e probabilmente bisognerebbe occuparsene molto di più di quanto non stiamo facendo. E noi semplici cittadini, attori comunque anche se da piccole comparse, avvertiamo un'incertezza e una sfiducia nella stabilità da fare accapponare la pelle...

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