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Decrescita repentina e costante dei contributi ai più bisognosi

La regione Toscana sta tagliando di anno in anno i contributi destinati alle attività sociali (quest'anno portati a 3,5 milioni di euro contro gli 8 milioni del 2015...). Sostiene di farlo per via dei drastici tagli dei fondi provenienti dal...

La regione Toscana sta tagliando di anno in anno i contributi destinati alle attività sociali (quest'anno portati a 3,5 milioni di euro contro gli 8 milioni del 2015...). Sostiene di farlo per via dei drastici tagli dei fondi provenienti dal governo centrale (solo quest'anno 210 000 000 di euro), ma il fenomeno dei tagli è ormai datato. Ha avuto inizio cinque o sei anni fa e ora rischia di diventare insostenibile. Il contributo pubblico ha nel tempo garantito, a chi non può guadagnarsi da vivere e l'assistenza necessaria (disabili, anziani con pensioni minime ecc.), il modo di garantirsi un'esistenza povera, ma dignitosa.

Abbiamo organizzato una società nella quale i coniugi sono costretti a lavorare entrambi (quando hanno un lavoro) per sopravvivere e permettere ai figli di completare gli studi. Questo naturalmente priva chi ne ha bisogno dell'assistenza necessaria. Da qui il fenomeno delle badanti che, se regolarmente assunte per il massimo dell'orario possibile, costano circa 1320 euro al mese (compresi contributi, tredicesime e ferie pagate) che si aggiungono a quelli necessari alle bollette varie e alle spese per l'affitto (laddove c'è reale povertà spesso non c'è proprietà). Andiamo su cifre insostenibili per le famiglie dei parenti, laddove esistano e siano efficienti. Se il contributo diminuirà ancora le categorie più deboli non potranno più essere assistite e sostentate in maniera sufficiente.

Chi pensasse a badanti pagate al nero si ricreda. Questo accade tra chi ha redditi tali da non dover ricorrere ai fondi pubblici. Chi ricorre all'aiuto pubblico deve dimostrare (giustamente e oggi più di ieri) di non avere redditi oltre l'eventuale pensione minima e di non poter contare su depositi significativi in qualsiasi forma.

Davvero una nazione tra le più ricche al mondo (l'Italia lo è) non riesce a sostenere chi è impossibilitato a farlo in proprio?

Se così fosse, la diminuzione delle spese per l'attività politica sarebbe non solo indispensabile, ma anche da applicare immediatamente. Non portando alla fame i nostri parlamentari, ma semplicemente adeguando i loro stipendi al livello dei parlamentari tedeschi...

A cosa servirebbe? A niente dal punto di vista economico, ma semplicemente il buon esempio è determinante, se non si vuole che il popolo impoverito si ribelli nelle varie forme possibili.

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