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Cosa ci racconta l'esito delle primarie del PD

Viste le percentuali bulgare con le quali si è affermato sui due outsider, abbiamo avuto la conferma che Renzi è il "padrone" del PD attuale senza alcun rivale. La scelta sul come gestire il rapporto con quel 30% di sostenitori di Orlando ed...

Viste le percentuali bulgare con le quali si è affermato sui due outsider, abbiamo avuto la conferma che Renzi è il "padrone" del PD attuale senza alcun rivale. La scelta sul come gestire il rapporto con quel 30% di sostenitori di Orlando ed Emiliano, entrambi ex renziani pentiti, sta ovviamente a lui, più che ai regolamenti.

E' un'affermazione imprevista? No. Il 70% è una percentuale superiore alle attese? Sinceramente non molto, sopratutto dopo la scissione da parte di Bersani, Rossi e soci.

Il popolo del PD è in buona parte con Renzi, il quale continua ad accarezzare il sogno di governare l'Italia da solo, senza i "lacci e lacciuoli" di berlusconiana memoria. Tra le prime frasi pronunciate dopo il trionfo, figura infatti quella che dice: "Noi vogliamo fare una grande coalizione con le associazioni, i cittadini che non vogliono iscriversi al PD ma sono disposti a sostenerci; non con i presunti partiti, quelli che talvolta non rappresentano nessuno."

E' subito facile notare come il PD sia ormai in mano agli ex Margherita, che come lente, ma inesorabili ruspe, hanno soppiantato quel che restava del vecchio PCI, un tempo dominante nel partito.

Ricordate? fino a poco tempo fa si parlava di ex comunisti riferendosi al PD, oggi questo non è più possibile. Ecco il principale messaggio che viene fuori da consultazioni scontate sì, ma pur sempre necessarie dopo la debacle del governo Renzi il 4 dicembre scorso e il recente congresso.

Chi però associa le due cose parlando di "resurrezione" sbaglia. Renzi non è mai morto nel PD, ma piuttosto fuori di esso. Non ha più avuto intorno il sostegno degli esterni al partito, quelli che lo affiancavano da destra e da sinistra, e gli permettevano così di governare come se avesse la maggioranza assoluta.

Il 4 dicembre ci ha detto che quel contorno di sostenitori non c'è più, mentre le primarie del 30 aprile ci ricordano che in casa propria Renzi è il leader indiscusso.

Questo rafforza il PD e la figura di Renzi in chiave elettorale? Direi di no.

Se è vero che l'area esterna al partito, che lo sosteneva più o meno esplicitamente (si ricordino gli incoraggiamenti di Berlusconi e le dichiarazioni di fedeltà al governo di Bersani, l'appoggio da parte di Verdini) oggi non esiste più, allora lo è anche che il PD viaggia intorno al 25-28% dei consensi e nulla più. Alleanze a sinistra non può farne (non certo con gli scissionisti, che Renzi vede come veri nemici politici), e nemmeno con i pentastellati, viste le continue dichiarazioni di Grillo e le risposte di Renzi stesso.

E allora? E allora la richiesta di un appoggio esterno ai cittadini di buona volontà è solo una frase a effetto buttata lì; Perché se il PD vorrà governare dovrà innanzitutto conquistare una percentuale di voti superiore al 30% e poi coalizzarsi con chi gli sta alla destra, cioè Berlusconi.

5stelle permettendo, naturalmente, il che non è affatto una certezza.

PD a guida forte renziana, ma dal futuro incerto come non mai, quindi.

E ad Arezzo cos'è successo? Anche dalle nostre parti Renzi si è confermato dominatore tra gli elettori del PD, anzi di più, visto che ha ottenuto più dell'ottanta per cento dei voti. Ma se si contano i votanti, meno della metà del 2013, si capisce come proprio gli "esterni", quelli che nel 2013 avevano votato alle primarie, stavolta non sono andati ai seggi...

A questo punto c'è da domandarsi cosa ci faccia un orlandiano alla segreteria del partito nella provincia di Arezzo.

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