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Il condono, quel conoscente antipatico che ritorna ogni tanto a trovarci sotto mentite spoglie

Pace fiscale è l'ultimo suo appellativo. Trattasi di condono, tombale o meno che sia, in relazione a reati fiscali commessi. Torna ogni volta che i conti sono fuori controllo e bisogna farli quadrare. Stavolta c'è l'obbligo di non superare il...

Pace fiscale è l'ultimo suo appellativo. Trattasi di condono, tombale o meno che sia, in relazione a reati fiscali commessi.

Torna ogni volta che i conti sono fuori controllo e bisogna farli quadrare. Stavolta c'è l'obbligo di non superare il noto 3% del PIL e dare agli elettori quel che è stato promesso prima del voto, così anche chi tra i governanti è teoricamente contrarissimo al condono lo digerirà.

E' bene dirlo, ribadirlo ancora una volta: il condono è una sconfitta e un'ingiustizia che in più spinge i cittadini a delinquere in attesa del successivo.

Io, come molti altri, non ho barato perché non l'ho voluto fare e i miei valori non me lo permettono; in molti (stipendiati, per lo più) non barano perché non gli è possibile farlo.

Chi evade il fisco mette in crisi lo Stato e i suoi servizi ai cittadini, e in definitiva ruba soldi agli altri. Merita quindi la galera se il suo ladrocinio riguarda cifre importanti, una bella sanzione pecuniaria se è poco rilevante per la comunità.

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