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L'Opinione di Brunacci

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A cura di Gianni Brunacci

La sfida della nuova amministrazione di Arezzo non può essere quella di distruggere... COMMENTI E RISPOSTE

Il Teatro Petrarca non apre i battenti al Polifonico, ma non si sa bene perché; il ristrutturato ambiente delle Logge del Grano, dove si dovrebbe tenere un mercato gestito da una cooperativa valdarnese che ha già esperienza nel settore e vinto una...

Il Teatro Petrarca non apre i battenti al Polifonico, ma non si sa bene perché; il ristrutturato ambiente delle Logge del Grano, dove si dovrebbe tenere un mercato gestito da una cooperativa valdarnese che ha già esperienza nel settore e vinto una gara d'appalto, non decolla; il cantiere per la sistemazione della parte bassa di via Guido Monaco non prende il via nonostante che anche in quel caso il lavoro sia stato assegnato; dalla USL arrivano grida di dolore in merito all'atteggiamento assunto dall'amministrazione aretina; Icastica non va bene e al nuovo festival Simmetrie si sono negati fondi... e ora il comune si muove come se volesse affondare Arezzo Fiere e Congressi.

Che sta succedendo?

Davvero gli elettori di Ghinelli e i cittadini tutti si aspettano che la nuova amministrazione distrugga il passato anziché giocarsi il futuro con proprie proposte e iniziative?

Il nuovo sindaco ha ottenuto consensi piuttosto trasversali, anche tra coloro che non lo hanno votato, ma è facile comprendere come nessuno auspicasse una tendenza al tafazzismo (masochistica abitudine di colpirsi i genitali con una mazza da carnevale).

La questione di Arezzo Fiere, in particolare, riveste un'importanza tale da non potere essere trattata superficialmente. E' una realtà cui partecipano le categorie produttive e gli enti pubblici, che nel tempo ci hanno investito un monte di soldi (questi ultimi circa 40 milioni di euro, il comune di Arezzo 4,5) e che attraversa da anni un periodo di forte crisi, figlia forse di una vecchia gestione poco avveduta, ma di sicuro anche del mancato versamento di un milione e mezzo di euro da parte proprio del comune, somma poi mancata nel momento in cui c'è stato da pagare chi ha eseguito i lavori di costruzione.

E ora che da un anno e mezzo (pare con buoni risultati e senza stipendio) una nuova governance con a capo un signore che tra l'altro non può certo essere definito "di sinistra" (Andrea Boldi) cerca di riportare a galla il moribondo che affoga, il comune non solo non contribuisce, ma si mette di traverso quando Arezzo Fiere gli chiede una dilazione di pagamento di pochi giorni e una trattativa per giungere a una gestione concordata del debito (relativo all'IMU e alle tasse che l'hanno sostituita), appena confermato dalla Cassazione.

A cosa stiamo assistendo? Siamo forse su scherzi a parte?

Troppo assurdo assistere al pignoramento di beni in parte del comune su richiesta del comune stesso, per non pensare a una motivazione che va oltre il semplice punto di vista o la forma.

Vien da pensare che chi si fermasse ai conti o alla forma per giustificare lo scontro, probabilmente commetterebbe un errore.

Speriamo che questa nuova giunta cominci a costruire, invece di pensare a distruggere, a volte in maniera controproducente, quel poco che già c'è.

Arezzo Fiere è una realtà nella quale categorie economiche, regione, provincia e comune hanno creduto ritenendola necessaria per la promozione del territorio e della sua imprenditoria, oppure no?

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