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L'Opinione di Brunacci

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A cura di Gianni Brunacci

Immigrati e lavori socialmente utili - I COMMENTI

C'è un certo numero di immigrati, quasi tutti africani provenienti da stati in cui la libertà è una chimera, che la regione Toscana accoglie sistemandoli sul territorio in maniera diffusa, per lo più sfruttando vecchi alberghi o pensioni chiuse o...

C'è un certo numero di immigrati, quasi tutti africani provenienti da stati in cui la libertà è una chimera, che la regione Toscana accoglie sistemandoli sul territorio in maniera diffusa, per lo più sfruttando vecchi alberghi o pensioni chiuse o quasi (non certo hotel 4 stelle). Laddove gli albergatori si rendano disponibili, per circa trentacinque euro al giorno a testa (vitto e alloggio compresi) possono trarre un modesto utile (insperato, fino a qualche tempo fa) da questa attività e gli immigrati avere un tetto sotto il quale dormire meglio che per strada.

Naturalmente il costo di questa situazione ricade sui cittadini, i quali, non va dimenticato, sono Italiani, cioè fanno parte di una stato nel quale la storia, la tradizione, il Presidente della Repubblica, il Governo e sopratutto la Costituzione (Art. 10 - L'ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute. La condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali. Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge.), indicano chiaramente il dovere all'accoglienza, tra l'altro in sintonia (almeno parziale) con quanto indica la chiesa cattolica un giorno sì e l'altro pure.

Da qualche tempo, visto che il fenomeno dell'immigrazione in Italia (ma sarebbe meglio dire in Europa, perché non si manifesta soltanto, né sopratutto in Italia) si va facendo massiccio e preoccupante per una popolazione che sente sempre di più il peso di una crisi economica e di una campagna di stampa che tende a minare la sicurezza percepita, ci si pone il problema di come gestire i flussi migratori.

Il metodo scelto dalla Regione Toscana pare piuttosto efficace, se non altro perché umano e rassicurante sul piano della sicurezza (infatti non risulta che a Montemignaio o a Castiglion Fiorentino, per fare degli esempi, siano aumentati i reati da quando vi vengono ospitate decine di persone che hanno messo a repentaglio la propria vita (non è abbastanza?) per arrivare in Europa.

Negli ultimi tempi si è pensato di poter dare a questi ospiti una sorta di occupazione temporanea, se non altro per evitare una sostanziale inattività (tra l'altro in un gruppo di decine di persone che non si conoscono e convivono insieme ventiquattrore al giorno, possono manifestarsi tensioni con una certa facilità) e fare in modo che durante il breve periodo di permanenza sul nostro territorio possano essere di qualche utilità alla comunità locale.

Ecco che la proposta di impegnarli in lavori socialmente utili ha preso piede in varie zone d'Italia e anche in Toscana si è pensato di seguire questa strada.

Naturalmente in un paese civile, come vorremmo tutti che fosse il nostro, per poter lavorare occorre anche essere assicurati ed è su questo costo che fa leva la nota di Fratelli d'Italia Alleanza Nazionale Alleanza per Arezzo (un nome infinito comprensibile a pochi introdotti) per dire che non è d'accordo e invitare il Comune a disertare i tavoli in cui si concordano decisioni del genere.

Al di là delle possibili divergenze di opinione, bisogna notare che FdIANApA, con i suoi due consiglieri comunali, si è detta a tutti gli effetti forza di governo ad Arezzo, ma che in questo caso, vedremo se anche in altri, si comporta come se fosse all'opposizione (visto che il comune quei tavoli li frequenta).

Ma sopratutto sarebbe utile conoscere la posizione del comune di Arezzo e di FdIANApA in merito all'accoglienza in Italia degli immigrati extracomunitari provenienti da stati dove le regole democratiche latitano o c'è la guerra, e questo anche alla luce del fatto che l'Italia aderisce a più di una delle organizzazioni internazionali che contribuiscono a definire quel "diritto internazionale" di cui parla la Costituzione Italiana vigente.

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