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A cura di Claudia Failli

I Noi nati male, quelli che davano "l'erba ai conigli"

Box Music è un blog che parla (più o meno) di musica: la mia

Che posso dire.
Io nel 1989 avevo otto anni e non frequentavo Arezzo. Certo, mia madre aveva iniziato a darmi lezioni di aretinità a suon di mazzafrustrate (manco mezza) e colpi di alò (non è banale perché la mia infanzia si è svolta in Valdarno dove dicono tutti "gnamo").

Nel 1989 al massimo potevo ascoltare Raf, Francesco Salvi e, proprio quando volevo una botta di vita, mi appiccicavo allo schermo con il vhs di Madonna. Express Yourself e tutti zitti.
Niente il 1989 musicalmente è andato più o meno così. Facevamo le vancaze a Rimini e quindi ogni tanto Sabrina Salerno, Spagna e Sandy Marton li ascoltavamo. Jovanotti no, mai, lo giuro.

Ma chi non avevamo mai ascoltato in Valdarnia (non è un refuso chiamo così il luogo dove sono nata) sono sicuramente i Noi nati male. Purtroppo non ho potuto seguire la nascita e i primi passi di questa local band che proprio in questi giorni ha compiuto 30 anni di età.

E poi diciamocelo, anche se ho avuto una dose massiccia di aretinitudine via vena ogni giorno della mia vita, sono pur sempre nata a Montevarchi. Quale adolescente valdarnese avrebbe mai ascoltato un gruppo che come nome aveva scelto "Noi nati male"? Manco mezza.

Così è stato solo a distanza di qualche tempo dal loro debutto, complici le amichette (perché se l'infanzia è stata valdarnese, l'adolescenza è stata parecchio aretina) che mi sono imbattuta in quelle soavi e leggiadre melodie. "Fitness", "Mi fai male ma pigia", "Gnicche" fino ad arrivare alla mia preferita: "L'erba datela ai conigli".
Il messaggio contenuto in quest'ultima canzone, dalle sonorità caraibiche e con un ritmo che non saprei se definire hawaiano o semplicemente alla "nato male", è straordinario. Trascurando il fatto che invita a non farsi le canne (chissà poi perché dico io) ogni sua parola, ogni sua nota esaltano quello che ho perdutamente cercato per tutto il 1995: il vero marchio distintivo di ARETINITA'.

Sì perché non prendiamoci per il culo. Mamma è stata brava quanto vi pare ma sono arrivata in prima liceo sbagliando sezione e cercando dal paninaro "un panino co i ttonno e la maionese. Ah sì e una lattina di oca ola". L'alfabeto per me era A, b, d, e, f... La C non esisteva. Di Giostra sapevo solo che bisognava colpire un robo con una cosa in vetta ad un cavallo e poi pensavo che il campanile del duomo fosse una brutta imitazione di una matita temperata troppo. Guardavo male chi mi chiedeva "se artornavo (!!!) a casa in pullman o col motorino". Snobbavo tutti quelli che andavano a ballare al Roxy perché io, col mi citto, andavo al Fitzarraldo o a i Taoteh (le c anche in questo caso erano roba sconosciuta).

Mi sentivo un'aliena. Mi schifavano tutti.

Poi una cara amica, nata e cresciuta nel quartiere di San Marco con un corredo genetico che più righioso non si può, una domenica pomeriggio mi fece ascoltare (live in piazza San Jacopo) "I Noi nati male". Conclusione? Dopo il concerto dove mi ero sdata a tutto foco, sono corsa fino dal Vieri per comprare il loro singolo "L'erba datela ai conigli".

Che dire dunque? Forse non saranno i Pink Floy, sicuramente non sono i Pearl Jam, i loro testi non saranno quelli di De Andrè ma viva iddio manco sono i Negrita.
I Noi nati male per me sono il simbolo dell'affermazione di me stessa, della costruzione della mia identità atropologica, della presa di coscenza del sentimento di appartenenza comunitaria. Mi hanno insegnato cosa vuol dire essere de 'Rezzo ed andarne fieri. Un po' botoli e un po' geni. Truci ma allo stesso tempo rifiniti. E soprattutto mi hanno fatto capire che la famigerata aretinità è un sentimento, qualcosa che si accende dentro al tuo cuore e poco conta se sei nato "botolo" o "zampe gialle" (valdarnese per chi non lo sapesse). Quel calore che ti scalda il cuore quando canticchi "se seguite i miei consigli l'erba datela ai conigli, se mi ascolti un attimino scopri quanto è meglio il vino", oppure quella scintilla che si accende quando intoni "mi fa male ma pigia" sono sentimenti universali che uniscono tutti, da nord a sud, dal Tevere all'Arno, dalla Chiana profonda a Valombrosa. Perché alla fine siamo davvero tutti Nati male.

Alla salute dei Noi nati male. Altri 130 anni di concerti, live e cazzeggio insieme. 

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