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A cura di Tiziana Nocentini

Le commemorazioni della Strage di San Severo

21 uomini furono catturati dai tedeschi. Chi fu torturato e chi fucilato, solo uno riuscì a scappare. Era il 14 luglio del 1944

A pochi giorni dalla Liberazione gli scontri tra le truppe si fecero sempre più drammatici. Gli Alleati erano ormai alle porte della città, la libertà dall’occupazione nazi fascista aveva i giorni contati. La guerra aveva mutato gli equilibri portando sofferenza e disperazione. Il capoluogo era quasi del tutto spopolato, la gente si era rifugiata nelle campagne circostanti. 

Le truppe partigiane erano stanziate nella zona di Pietramala e Molin dei Falchi e avevano al loro seguito dei prigionieri. Era il 14 luglio, nella zona era stanziata la 305 Inf. Divisione. La mattina quindici tedeschi giunsero a San Severo catturando 21 uomini, ma uno riuscì a scappare. Uno fu torturato brutalmente, gli altri radunati e fatti posizionare vicino ad un masso e fucilati. Erano tutti uomini tra i 17 e i 67 anni. Oggi, dove persero la vita quegli uomini, sorge un monumento in loro ricordo dove i figli delle vittime depositano fiori e lo curano; anche questi sono gesti per mantenere viva la memoria. Famiglie distrutte dalla ferocia della guerra che il 12 luglio ricorderanno le vittime nella chiesa di San Severo alle ore 16 e 30. 

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