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A cura di Matteo Marzotti

Siamo al tutti contro tutti. Vada come va ne usciremo con le ossa rotte

C'è chi incolpa La Cava, chi è contro Stanzione, chi non vuole vedere Londrosi, chi accusa Pieroni. Più che il futuro del club sembra interessare solo avere ragione, piantando la propria bandierina più in alto degli altri

Domani si apre una settimana che per l'ennesima volta dobbiamo definire decisiva e non perchè manchino gli aggettivi, ma è la realtà dei fatti, questa volta a maggior ragione. Venerdì gli indici di patrimonialità e indebitamento dovranno essere inviati alla Covisoc come previsto dal manuale per le licenze nazionali che è bene studiare attentamente. Il giorno prima però ci sarà l'assemblea dei soci che dovrà approvare la patrimoniale e che evidenziarà come servono soldi per evitare brutte notizie.

Ma il problema non è questo, o almeno non c'è solo questo. Appurata la volontà di Giorgio La Cava di cedere il 99 per cento dell'Arezzo è scoppiata dapprima una discussione dai toni accesi, incentrata comunque sull'interesse di dare continuità alla S.S. Arezzo, di vedere ancora il Cavallino in serie C. Con il passare dei giorni la discussione è diventata bagarre, botta e risposta, una zuffa e per finire una vera e propria guerra.

Un conflitto fatto di nomi, numeri e soprattutto interrogativi. Passare ai raggi X il curriculum di ogni protagonista della vicenda, mettendo in risalto il lato che più è utile a favorire la svolta o la prosecuzione del rapporto è diventata un'abitudine lecita, ma da leggere con attenzione e riportare con equidistanza. Così come nell'interpretare i numeri del bilancio, gli obblighi federali e tutto ciò che riguarda la vita della società.

Siamo arrivati al punto che qualsiasi notizia diffusa da una testata viene messa in dubbio. Ogni dichiarazione, ogni virgolettato viene discusso via social (e non solo), più o meno pubblicamente, ed è considerato prova di una presa di posizione in favore di Tizio piuttosto che di Caio. La frase più ricorrente ad oggi è 'fidati che le cose stanno così perchè me le ha dette una fonte certa', mentre ognuno dentro di sè spera di poter dire tra pochi giorni 'io te l'avevo detto'.

Più che il futuro dell'Arezzo sembra interessare solo avere ragione e piantare la propria bandierina più in alto degli altri. Ma state pur certi che di questo passo non ci sarà nessun campo su cui piantare un vessillo, o una poltrona da occupare. C'è il rischio davvero concreto di uscirne con le ossa rotte e frammentati da questa vicenda continuando a pensare al proprio orticello. C'è chi è contro Stanzione, chi non vuole vedere Londrosi, chi incolpa La Cava, chi Pieroni, chi non giustifica i giocatori. Siamo arrivati al tutti contro tutti, al tifo più sfrenato per una fazione o per l'altra, dimenticando che qui non conta chi prende l'Arezzo, ma garantire un futuro ad una società che tra poco dovrebbe iniziare a meditare sul proprio centenario.

Le parole più giuste in questo momento sono quelle di Roberto Cucciniello, uno ha vissuto (senza dimenticare) la calda estate del 2010 e la battaglia totale del 2018. "E' un momento difficile e l'augurio è che tutti dobbiamo avere come obiettivo il bene dell'ArezzoNon vi schierate con uno o con l'altro schieratevi con l'Arezzo".

L'immagine di copertina si riferisce al Campo Lebole ed è stata scattata pochi giorni fa rappresentando al meglio cosa potrebbe significare una contrasto in questi termini per il futuro della società.

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