L'emergenza Covid per i 350 pazienti che si alimentano artificialmente, la Asl: "Mappati e controllati da remoto"
E' necessario un monitoraggio costante, in precedenza le visite domiciliari erano più frequenti, adesso si sta sopperendo con telefonate e sistemi informatizzati
L'emergenza Covid ha rivoluzionato il modo di prestare assistenza alle persone che necessitano di nutrizione artificiale domiciliare perché affetti da disfagie (difficoltà a deglutire) o perché magari colpiti da ictus. Come spiega il dottor Emanuele Ceccherini, responsabile della Nutrizione Clinica di Arezzo.
"Con l'emergenza Covid il nostro modo di lavoro è completamente cambiato: garantiamo la nutrizione artificiale di 350 persone che si alimentano con miscele nutrizionali infuse attraverso via endovenosa, per intestino o stomaco".
Siccome è necessario un monitoraggio costante, in precedenza le visite domiciliari erano più frequenti, adesso si sta sopperendo con telefonate e sistemi informatizzati.
"Il paziente - continua il dottore - deve sentirsi al sicuro, grazie a una figura sanitaria presente", anche da remoto. "Bisogna evitare che arrivino pazienti al pronto soccorso, rischiando il contagio. Ci sono problematiche che possono essere risolte a domicilio. Abbiamo mappato i pazienti e il sistema consente di seguirli durante la nutrizione. Siamo diventati più elastici".