Vaccinazioni, lento crollo anche ad Arezzo: meno 3 per cento in pochi anni
Vaccino si, vaccino no. E' ormai un vero dilemma che affligge chi ha bimbi in età di vaccinazione. Neonati e non solo. Un argomento sul quale l'opinione pubblica si spacca. Da un lato il fronte del no, che cresce e si nutre di informazioni che...
Vaccino si, vaccino no. E' ormai un vero dilemma che affligge chi ha bimbi in età di vaccinazione. Neonati e non solo. Un argomento sul quale l'opinione pubblica si spacca. Da un lato il fronte del no, che cresce e si nutre di informazioni che circolano soprattutto sul web. Dall'altro i sostenitori, che si affidano alle istituzioni e ai vari sistemi sanitari regionali. Nel mezzo le statistiche, che spiegano come la percentuale di bimbi vaccinati stia lentissimamente diminuendo.
Arezzo ne è un esempio lampante: meno di una manciata di anni fa erano vaccinati il 98 per cento dei bimbi. Oggi il dato è sceso al 95 per cento. Ma per alcuni tipi di malattie (morbillo, rosolia, parotite e pertosse) il dato è crollato al 90 per cento.
"In 35 anni che svolgo questa professione - spiega il dottor Ugo Pancani, pediatra che ha curato generazioni di bimbi - non mi erano mai capitati genitori che rifiutassero i vaccini. Quest'anno invece ho trovato tre mamme che hanno detto no. E' un fenomeno da non sottovalutare. E vanno presi provvedimenti, perché non si può chiudere il cancello quando i buoi sono già scappati". Se i vaccinati scendono fino all'85 per cento, infatti, viene meno il cosiddetto "effetto gregge": quell'effetto cioè che grazie alle vaccinazioni impedisce la circolazione delle malattie e quindi, di riflesso, fa sì che anche quella minoranza che non può vaccinarsi e non sopravvivrebbe a queste malattie, sia comunque protetta.
"Le statistiche mostrano come la situazione aretina - spiega Maria Teresa Maurello Direttore U.O.C. Igiene e Sanità pubblica della Ausl 8 - sia in media con il resto della Toscana. Con vaccinazioni per morbillo, parotite e rosolia lievemente superiori alla media. Non si può però abbassare la guardia: i vaccini sono l'unico tipo di medicina preventiva che abbiamo in questi casi".
Ma che cosa succede nel resto della Toscana? Le statistiche riportano percentuali superiori rispetto a quelle nazionali. Secondo i dati del 2014 - tratti da Corriere della Sera - per poliomelite, difterite, tetano, pertosse ed epatite b, i vaccinati oscillano dal 95,1% al 95,7 %, contro dati nazionali che oscillano dal 94,6 al 94,8 per cento. Si scende all'89,2 per cento (Arezzo resta di un punto superiore) per parotite e rosolia e all'89,3 per il morbillo. In questi ultimi tre casi, il dato nazionale si attesta sul 86 per cento circa.
VACCINO | TOSCANA | ITALIA |
Poliomelite | 95.4% | 94,70% |
Difterite | 95,60% | 94,60% |
Tetano | 95,70% | 94,80% |
Pertosse | 95,60% | 94,60% |
Epatite B | 95,40% | 94,60% |
HIB | 95,10% | 94,20% |
Morbillo | 89,30% | 86,60% |
Parotite | 89,20% | 86,60% |
Rosolia | 89,20% | 86,60% |
Varicella | 77,10% | 36,00% |
Antinfluenzale | 49,90% | |
Antimeningococco C | 87,80% | 74,90% |
Antipneumomeningococco | 93,80% | 87,60% |