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Ungulati, pronta la nuova legge regionale. Animalisti: "No all'aumento della caccia"

Una legge ad hoc per affrontare l'emergenza regionale della presenza massiccia degli ungulati. L'ha predisposta la Toscana che la porterà in approvazione martedì prossimo 3 novembre all'interno della giunta regionale per poi essere inviata al...

Una legge ad hoc per affrontare l'emergenza regionale della presenza massiccia degli ungulati. L'ha predisposta la Toscana che la porterà in approvazione martedì prossimo 3 novembre all'interno della giunta regionale per poi essere inviata al consiglio.

Lunedì se ne potranno conoscere meglio i dettagli dato che l'assessore regionale all'agricoltura e foreste, Marco Remaschi, insieme al sottosegretario all'ambiente, Silvia Velo, ne presenteranno la bozza in anteprima ai giornalisti durante una conferenza stampa che si terrà presso la sala stampa di palazzo Strozzi Sacrati a Firenze.

Intanto arriva una nota ufficiale della LEAL - Lega Antivivisezionista di Arezzo che dopo le prese di posizione, nei giorni scorsi, dei favorevoli all'aumento delle uccisioni, ribadisce il suo netto diniego verso la caccia per ridurre il numero degli animali.

L’idea che l’uomo possa fare qualsiasi cosa e che l’animale sia un essere inferiore privo persino del diritto alla vita è alla base di tutto e pesa sulle decisioni che vengono prese. Gli animali sono troppi? Nessuno può dire quanti dovrebbero essere. Gli animali sono quelli che sono in base a un equilibrio che raggiungono, e in questo caso in conseguenza di comportamenti umani sbagliati.

La LEAL ricorda alcuni dei comportamenti sbagliati:

Immissioni di animali dall’estero, incroci che danno vita a razze ibride più prolifiche, foraggiamenti, pressione venatoria eccessiva. Il cinghiale non compensa la morte causata dalla caccia con la morte naturale ma investe di più nella riproduzione. In pratica, più viene cacciato e più si riproduce. La caccia non risolve il problema e ne sono al corrente le Istituzioni preposte eppure questa politica gestionale è in atto da anni.

I rimedi devono essere altri secondo la LEAL

Recinzioni elettrificate unite a foraggio dissuasivo; stop ai foraggiamenti con sanzioni pesanti; selvicoltura naturalistica e sistemica in quanto un bosco capace di fornire cibo e protezione trattiene gli animali; obbligatorietà dei censimenti della fauna selvatica. Ricordiamo inoltre che il numero dei cinghiali è stato calcolato “approssimativamente” in base agli abbattimenti. Si potrebbe piuttosto iniziare una sperimentazione seria con progetti pilota in aziende agricole con l’uso di barriere repellenti in grado di allontanare gli ungulati. In ultimo ricordiamo ancora la sterilizzazione, che è in via di perfezionamento in altri paesi ed è già attivata in Gran Bretagna e Australia. La decisione facile dell'uccisione di esseri senzienti che, lo ricordiamo, provano dolore proprio come noi, pesa anche sul numero delle vittime della caccia, sul diritto del cittadino di passeggiare nei boschi, sull’inquinamento dovuto a immissione di piombo nell’ambiente. Ci vuole un approccio serio e responsabile e la ricerca scientifica può fornire soluzioni tecniche che niente hanno a che vedere con carneficine autorizzate.

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