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Turchia, il tentato golpe e la paura di sentirsi straniero. Il racconto di Valeriani

"Fino a 6 mesi fa io non mi sono mai sentito uno straniero in questo Paese: anche se lo ero, la loro cultura di ospitalità mi ha fatto superare ogni differenza. Ma oggi che ho il doppio passaporto e vivo qui da 15 anni inizio a pensare che in...

"Fino a 6 mesi fa io non mi sono mai sentito uno straniero in questo Paese: anche se lo ero, la loro cultura di ospitalità mi ha fatto superare ogni differenza. Ma oggi che ho il doppio passaporto e vivo qui da 15 anni inizio a pensare che in futuro potrei avere difficoltà. Sono italiano, sono cattolico. Sino ad oggi la differenza della religione non è stato un problema. Spero che non lo diventi in futuro". Così Stefano Valeriani, imprenditore orafo, racconta la sua vita da aretino in Turchia. Al lavoro nella sua azienda, mentre sta svolgendo colloqui per assumere personale (perché nonostante la situazione politica le opportunità continuano a non mancare per i giovani), Valeriani racconta i giorni del tentato golpe e quelli dell'annunciato pugno di ferro di Erdogan.





"La notte di venerdì ero a casa e stavo dormendo - dice - mi sono svegliato con il rumore degli elicotteri F16 che volavano a bassa quota. Poi le prime telefonate e la Tv mi ha fatto partecipe dell'evento. Siamo stati svegli (lui, la moglie turca e il resto della famiglia ndr) tutta la notte, molto preoccupati della situazione. Cercavamo di tenerci informati con vari strumenti: 2 computer su siti internazionali, tv turche e straniere, abbiamo persino contattato stazioni dei taxi e ristoranti posti in luoghi molto affollati per capire come stava sviluppando la situazione. Da subito abbiamo capito che c'era qualcosa che non quadrava, ma non c'è dubbio che un tentativo di colpo di stato si sia verificato". Valeriani vive poco lontano dall'aeroporto Ataturk e a poca distanza da casa sua sorgono anche due caserme dell'aviazione. Quella notte dalla finestra ha visto il via vai, insolito e sospetto. Sul cielo elicotteri in volo. Vicino alle caserme mezzi che bloccavano gli ingressi.

"C'è da capire adesso chi lo abbia orchestrato", spiega. Poi racconta come da allora la vita è di nuovo cambiata. Istanbul è stata teatro di feroci attentati recentemente. Ma adesso la situazione politica si è complicata. E anche i turchi ne stanno risentendo.

"Nella quotidianità ogni persona cerca di andare avanti senza troppo fossilizzarsi sulle diatribe politiche e socio economiche che ci sono. Ma già da sabato mattina ho iniziato a vedere le persone per la strada che si guardavano in modo diverso al passato. Prima camminando per strada si sentiva un'energia che ti portava a dare il meglio di te.










Adesso vedo invece persone che hanno sempre dei dubbi su chi si trovano di fronte. Nessuno o pochi si esprimono in maniera netta sul tema, ognuno ha paura di cosa potrà fare il vicino. E' venuta meno la fiducia. Questo è quello che mi preoccupa di più".













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