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Trasporto pubblico locale: il dibattito in Consiglio regionale

La gara più importante della Toscana è fallita, il modello regionale di Ambito territoriale regionale è fallito, questo il dato estremamente preoccupante”, dice Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle). “La Giunta non sa che pesci prendere...

La gara più importante della Toscana è fallita, il modello regionale di Ambito territoriale regionale è fallito, questo il dato estremamente preoccupante”, dice Giacomo Giannarelli (Movimento 5 stelle).

“La Giunta non sa che pesci prendere, circa 350mila cittadini continuano a soffrire disagi per questo clima di incertezza. Oggi ci facciamo portavoce, per senso di responsabilità, dei lavoratori che stanno protestando fuori da questo palazzo. Alla Regione – dice ancora Giannarelli – chiediamo di sbloccare questa situazione inaccettabile entro il 31 dicembre di quest’anno: siano definite nuove linee guida e venga creato un tavolo regionale sulla sicurezza di utenti e lavoratori del trasporto pubblico locale al quale partecipino i lavoratori”.

Anche Stefano Mugnai, capogruppo di Forza Italia, critica come “un po’ priva di contenuti la risposta della Giunta regionale”, una risposta che, a suo giudizio, “dice molto sulla più grande gara a livello europeo, che si sta arenando”. È necessario, prosegue Mugnai, “chiedersi il perché tutto questo accada”. Va in crisi in crisi, “un sistema di gestione dei servizi pubblici locali, che era poteva stare sul mercato all’interno della Toscana, ma in una dimensione più ampia, quando apre all’esterno, si ingrippa”. Ora, si tratta di “dare una accelerata, si stanno determinando anche elementi di scarsa sicurezza”.

Secondo Tommasi Fattori (Sì-Toscana a sinistra), si evidenziano “gravi errori compiuti dalla Giunta regionale”. Errori confermati dalla sentenza del Tar, spiega Fattori: “ci dice anche che le linee guida della gara sono ambigue e mal formulate”. Ora, di fronte al “caos, si colga l’occasione per riprogettare il bando, superando l’Ato unico a favore di ambiti ottimali più ridotti e adeguati alle diverse necessità delle varie situazioni locali, con un’attenzione vera all’intermodalità col trasporto su ferro e tenendo fermi il rispetto dei livelli occupazionali e la capillarità del servizio”. Non è un caso che “Autolinee Toscana e Mobit abbiano giocato con i numeri”, è piuttosto “la riprova che il bacino unico regionale è troppo ampio, se si vogliono coprire decentemente le linee deboli e garantire condizioni dignitose ai lavoratori”. Il capogruppo ha quindi annunciato il voto favorevole di Sì-Toscana a sinistra sulla risoluzione presentata da Claudio Borghi (Lega nord).

Le ragioni della maggioranza sono state illustrate pe ril Pd da Stefano Baccelli: “La comunicazione della Giunta è stata puntuale, surreale sentire ora la richiesta di tempi certi, l’invito a non aspettare. Condividiamo, invece, la decisione politica che è al fondo di una valutazione tecnica: il tentativo determinato della Giunta di salvare questa gara complessa e quindi di procedere finalmente all’aggiudicazione”. Così da consentire “che gli obiettivi si realizzino: innovazione tecnologica, implementazione con nuovi bus. Investimenti possibili con un nuovo contratto di servizio e conseguente affidamento”. La vicenda, aggiunge Baccelli, “su cui forse la Regione non è immune da responsabilità e da ritardi”, richiama la necessità “di modalità più chiare di svolgimento della programmazione, di gestione e di regolazione e di una più chiara definizione e distinzione dei ruoli tra attori pubblici e attori privati”. Una posizione confermata da Nicola Ciolini (Pd), che non esclude il rischio di “ricorsi al Consiglio di Stato” e chiede alla Giunta di proseguire sulla strada intrapresa: “Di tempo ne è passato già troppo, la gara fortunatamente non è stata annullata, il bando era fatto bene. Quello che possiamo fare qui è dare indicazione alla Giunta di continuare a investire sul trasporto pubblico locale”.

Secondo il portavoce dell’opposizione Claudio Borghi (Lega nord), “ci danneggia voler aderire alle procedure europee. A questa situazione si arriva in due modi: o perché la Regione ha fatto male il bando o perché le regole europee rendono impossibile fare bene un bando. In entrambi i casi, c’è una mancanza della Regione, che in ogni caso va censurata: dovrebbe denunciare l’impossibilità di costruire un bando ben fatto”. Sarebbe anche auspicabile introdurre, aggiunge Borghi, “per quello che riguarda i servizi, una clausola o una esplicita preferenza per l’operatore nazionale”.

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