Toscani meno poveri, ma ad Arezzo crescono le richieste alla Caritas
Il numero di toscani che vive in condizioni di povertà è diminuito rispetto all’anno precedente. Ma le file davanti ai centri Caritas continuano ad essere ugualmente molto lunghe. A dirlo sono i dati contenuti nel rapporto Istat 2015 elaborato lo...
Il numero di toscani che vive in condizioni di povertà è diminuito rispetto all’anno precedente. Ma le file davanti ai centri Caritas continuano ad essere ugualmente molto lunghe. A dirlo sono i dati contenuti nel rapporto Istat 2015 elaborato lo scorso luglio in collaborazione con Regione Toscana e Caritas Diocesana.
Stando alle cifre la percentuale di toscani che si trovano sotto la soglia di povertà nel 2014 è di un punto e mezzo inferiore rispetto a quella del 2013. Si parla del 5.1% della popolazione per un totale di circa 191mila persone.
Fuori dal coro del quadro regionale si trovano i dati relativi alla situazione aretina. Secondo l’analisi condotta sul territorio da parte degli operatori Caritas, negli ultimi dieci anni le richieste sono decuplicate. E nel 2014 il numero di persone e famiglie che si sono rivolte ai centri aretini è passato dai 2241 del 2013 ai 2335 del 2014.
Dal punto di vista regionale, i 213 punti di ascolto Caritas hanno accolto 26.017 richieste. In calo anche, sempre dal punto di vista toscano i cosiddetti "nuovi poveri", ovvero coloro che hanno fatto domanda negli ultimi 12 mesi per la prima volta.
Dal fronte aretino restano comunque impressionanti i dati diffusi e riguardanti i servizi offerti dalle 41 sedi Caritas parrocchiali che sono adoperate per erogare 35mila pasti, consegnare oltre 20mila chili di generi alimentari, ospitare 150 persone nelle strutture di accoglienza e fornire prestiti per un totale di 200mila euro a fondo perduto effettuati.
I dati Caritas riguardanti la provincia di Arezzo
- Le prime 5 nazionalità rilevate sono: Italia 32,9%; Romania 19,7%; Marocco 11,6%; Albania 9,9%; Nigeria 3,3%
- La distinzione per fasce d’età è la seguente: 40-49 con il 27,7%; 30-39 con il 27,4%; 50-59 con il 18,3%; 20-29 con il 13,9%. Le fasce appartenenti a 60+ rappresentano l’11,8% mentre il restante 0,9% è rappresentato da giovani sotto i 20 anni.
- Distinzione di genere: femmine 55,7% e maschi 44,3%
- Distinzione per stato civile: coniugato 52,5%; celibe/nubile 24,8%; divorziato/separato 15,7%; vedovo/a 5,6%; non dichiarato 1,4%.
- Le principali condizioni abitative registrate sono: abitazione/camera in affitto 58,5%; abitazione amici/familiari 8,6%; abitazione propria 7,4%; senza alloggio 6,8%; edilizia popolare 6,1%; casa accoglienza 4,7%. Il rimanente 7,9% rappresenta altre tipologie di abitazione (datore di lavoro, baracca, auto, camper, tenda…).
- La distinzione per tipologie di convivenza è: nucleo familiare 69,1%; solo/a 14,9%; nucleo non familiare 9,6%; casa accoglienza 3,3%; altro 0,6%; non dichiarato 2,5%
- I principali titoli di studio dichiarati sono: licenza media inferiore 41,9%; diploma/licenza media superiore 25,1%; licenza elementare 12,9%; laurea 3,5%; nessuno 3,8%; il restante 12,8% delle persone non ha dichiarato il proprio titolo di studio.
- Il 60,5% delle persone registrate ha dichiarato di avere figli conviventi a carico
- Il 67,4% degli utenti ha dichiarato di essere disoccupato, il 18,6% occupato, il 4,8% pensionato; il rimanente 9,2% ha dichiarato altre condizioni occupazionali (inabile totale o parziale, invalido, non autorizzato al lavoro…)
- Le problematiche registrate nel corso del 2014 sono state 4.163, con una media di 1,8 problematiche per ogni registrazione. Esse sono così suddivise:
- povertà/problemi economici con il 33,8%;
- problemi di occupazione/lavoro con il 28,2%;
- problemi familiari con il 15,2%;
- problematiche abitative con il 8,7%;
- problemi di salute 4,3%;
- bisogni in migrazione 2,9%;
- problemi di istruzione 2,7%;
- altri problemi (problemi psicologici/relazionali, solitudine…) con l’1,8%;
- dipendenze 1,5%;
- problemi di giustizia 0,5%;
- handicap/disabilità 0,4%.
Comprende nuclei familiari tradizionali (coniugi con figli o convivenza con famiglia d’origine), famiglie monogenitoriali e famiglie di fatto (conviventi con figli)
La voce disoccupato comprende tutte le persone in cerca di prima o nuova occupazione e persone inoccupate
La voce occupato comprende anche le persone che si trovano in cassa integrazione