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Srebrenica, 10 anni di campi di lavoro nel nome di Franco Bettoli

Dieci anni fa, per il volere dell’aretino Franco Bettoli, iniziarono i Campi di Lavoro per la Gioventù Europea a Srebrenica, precisamente a Potocary, più vicino possibile al cimitero dove giacciono le spoglie dell’ultima follia umana, l’ennesimo...

Dieci anni fa, per il volere dell’aretino Franco Bettoli, iniziarono i Campi di Lavoro per la Gioventù Europea a Srebrenica, precisamente a Potocary, più vicino possibile al cimitero dove giacciono le spoglie dell’ultima follia umana, l’ennesimo genocidio che, nel luglio 1995, terminò il secolo breve, il ’900, il secolo dei genocidi, delle guerre mondiali.

Nel 2008, Franco è partito per le “Grandi Vacanze”, le sue ultime parole furono anche per la Bosnia ed Erzegovina, affidando il prosieguo del suo lavoro ai suoi amici e alle Istituzioni italiane e internazionali che, negli anni, lo avevano sostenuto sin da quando durante la guerra, con i convogli di Emmaus, si metteva con i suoi “Compagnoni”deliberatamente sulla linea del fronte. E’ nata un’associazione, “World Solidarity Alliance - Franco Bettoli” formata da pochi suoi amici che se la sono sentita di scommettere sui progetti di Franco. E’ difficile, ma con l’aiuto di tante buone persone, private ed istituzioni, volta per volta, si affrontano i problemi e si va avanti.

Quest’anno si sono svolti i “Campi di Lavoro per la Gioventù Europea- Franco Bettoli 2015”, l’ultimo anno del primo stadio del progetto di Franco. Quest’anno abbiamo aggiunto “Srebrenica Wave 2015” (“da questa valle piena di lacrime si alzi l’onda dei giovani che ritrovi, salvi e ristori l’uomo.” F.Valli, Presidente WSA) quale nuovo elemento e passo avanti per la l’unificazione delle genti di Bosnia ed Erzegovina e di tutta Europa.

L’Onda di Srebrenica, in una settimana ha raggiunto più obiettivi di quanti ce ne eravamo posti nella più rosea delle ipotesi: 160 ragazzi dell’Unione e tanti giovani e associazioni locali di tutte le etnie, si sono parlati, hanno lavorato, gioito e fatto festa assieme. L’incontro impossibile, fino solo a qualche mese fa, tra le “Madri di Srebrenica” e gli ex soldati semplici del battaglione Olandese che nel 1995 difendeva Srebrenica per le Nazioni Unite, si è verificato; proprio a Potocary, proprio nei locali del “Centro per la Gioventù Europea Franco Bettoli”; proprio davanti ai giovani europei. Quattro ore di tesissimi colloqui, a tratti drammatici, con un esito che ha fatto piangere tutti, chi di dolore, chi di gioia o liberazione; specialmente i ragazzi con gli occhiali delle lacrime, hanno potuto sperimentare che non c’è una parte giusta del fucile dove stare: o dalla parte della canna o dal grilletto tutti muoiono più o meno velocemente.

E’ nata Betnet, una scommessa fatta dai giovani dei Campi di Lavoro; una rete giovanile molto vasta in ambito EU e internazionale, collegata da nodi molto stretti la cui maglia principale sarà proprio ad Arezzo, perché: dei 160 ragazzi di quest’anno una dozzina erano di Arezzo, giovanissimi 18-19 anni “rapiti” dal Liceo Classico e dallo Psicopedagogico dopo la campagna d’informazione che WSA fa ogni anno. Hanno fatto formazione e durante il “Campo” hanno acquisito leadership, quella buona, quella acquisita, non consegnata. Ebbene, questi giovanissimi si sono fatti carico di problemi gravissimi e acutissimi fornendo prova di grandiosa e commovente determinazione. Con gli altri “vecchi” li abbiamo osservati durante tutti i 15 giorni di lavoro convincendoci che forse il nostro lavoro volge al termine, avendo visto ancora noi in vita, diversi “Franco Bettoli”.

Il 26 settembre faremo proprio ad Arezzo una riunione di tutta la rete, se ce la faremo almeno uno per Stato rappresentato e/o associazione, per definire programmi di sviluppo, azioni e una bozza di programma di “Srebrenica Wave 2016”.

Vi allego un reportage fatto da due ragazzi la cui media d’età è 18 anni e mezzo, uno “maturato” quest’anno e l’altro che deve fare ancora il quinto anno del liceo classico. Me l’hanno fatto vedere affinché potessi anche eventualmente correggerlo; non ho estratto nemmeno la penna, anzi mi sono soffiato felicemente il naso; ve lo invio affinché ne facciate, assieme a queste righe, quello che desiderate, ma abbiate cura di questi ragazzi poiché nella loro giovane impazienza, riteniamo, ci sia l’antidoto al brutto e al cattivo che aspetta, infondo al cammino che abbiamo sciaguratamente imboccato.

Reportage BETNET da Srebrenica

Paolo Emilio Cherubini

vice Presidente di WSA Franco Bettoli

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