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Sicurezza pubblica. Il sindacato della polizia: "Ad Arezzo non serve l'esercito ma più agenti assunti"

"I militari sono professionisti della guerra non della sicurezza pubblica. Per questo il loro impiego ad Arezzo non risolverebbe alcuna problematica". A dirlo non sono rappresentanti ed esponenti del mondo politico o dell'associazionismo ma...

"I militari sono professionisti della guerra non della sicurezza pubblica. Per questo il loro impiego ad Arezzo non risolverebbe alcuna problematica".

A dirlo non sono rappresentanti ed esponenti del mondo politico o dell'associazionismo ma i portavoce del Siulp Arezzo, sindacato che si occupa della tutela dei diritti di uomini e donne che lavorano nelle forze di polizia. L'intervento si è reso necessario, come sottolineato direttamente dal Siulp in una nota stampa, all'indomani dell'ultima discussione che ha tenuto banco in consiglio comunale dove, il consigliere di OraGhinelli Simone Chierici ha sottolineato come: “il 19 ottobre del 2017 si chiedeva in un atto di indirizzo la possibilità per Arezzo di aderire al progetto ‘strade sicure’. Nonostante i limiti previsti dalle regole di ingaggio, la presenza dei militari avrebbe conseguenze positive per la sicurezza e il decoro di alcune zone della città?”.

Per inciso, il progetto strade sicure a cui fa riferimento il consigliere nella sua interrogazione si avvale, così come ricordato anche dal sindaco Alessandro Ghinelli nella sua risposta, dell'impegno dell'esercito.

Le risposte e le interrogazioni in consiglio comunale

Un dibattito che non ha tardato ad attirare l'attenzione non solo dell'opinione pubblica ma anche degli addetti ai lavori ovvero, le forze dell'ordine.

"Il Siulp Aretino, ritiene doveroso nonché necessario esprimere le proprie valutazioni in merito alla paventata richiesta da parte del Comune di Arezzo, rivolta al Prefetto, di prevedere l’impiego dei militari in città per motivi di ordine e sicurezza pubblica. Siamo sempre stati contro l’impiego dell’esercito in funzioni di polizia perché questo non è degno di un Paese democratico e civile qual è il nostro e non risolve il problema della sicurezza nella nostra città.

Una militarizzazione del territorio sovvertirebbe l’attuale modello di sicurezza basato sulla centralità dell’autorità di pubblica sicurezza civile.

L’impiego dei militari sarebbe come se in presenza di una emergenza in sala operatoria, anziché ai chirurghi ci si affidasse agli infermieri, per quanto specializzati.

I militari sono professionisti della “guerra” non della sicurezza pubblica.

Condividiamo le preoccupazioni del consiglio comunale in merito alla situazione di Saione, di Campo Marte ed alle legittime richieste di sicurezza dei cittadini, in tal senso richiediamo un intervento rivolto al dipartimento della pubblica sicurezza e al Ministero degli Interni affinché nelle imminenti assegnazioni di personale alla questura di Arezzo, quantificate in 7 unità e già annullate da un maggior numero di personale collocato in pensione, si riesca ad ottenere un'ulteriore assegnazione di personale stante l’attuale situazione organica della questura che risulta carente di oltre il 20% della forza prevista. A parere del Siulp, solo con un adeguato potenziamento della Polizia di Stato e delle Forze dell’Ordine presenti sul territorio si potrà operare con efficacia nella prevenzione e repressione dei reati della cosiddetta criminalità diffusa. Da operatori della Sicurezza e da cittadini, riteniamo che questa sia l’unica strada da perseguire per restituire alla società civile la serenità necessaria e la tranquillità nello svolgimento delle proprie attività quotidiane nelle zone critiche della città".

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