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Scuola: docenti assegnati in nove scuole su dieci. Curtolo: "Coesione territoriale per istituti più efficienti"

L'anno scolastico 2016-2017 è iniziato. La prima campanella è suonata e dopo l'entusiasmo iniziale gli studenti sono tornati a destreggiarsi tra lezioni, compiti e interrogazioni. Un universo intero che riprende il proprio ritmo e che in tutto...

L'anno scolastico 2016-2017 è iniziato. La prima campanella è suonata e dopo l'entusiasmo iniziale gli studenti sono tornati a destreggiarsi tra lezioni, compiti e interrogazioni.

Un universo intero che riprende il proprio ritmo e che in tutto coinvolge, solo per la provincia di Arezzo, oltre 50mila tra studenti (46.439), insegnanti e personale Ata (oltre 3.000).

La pausa estiva è ormai archiviata e con l'imminente arrivo dell'autunno ecco che gli equilibri didattici trovano un loro nuovo assetto. Sì perché i mesi passati sono stati un vero e proprio tour de force per i professori e insegnanti aretini. Concorsone, ricorsi, graduatorie ad esaurimento, trasferimenti. I 3000 prof di Arezzo hanno vissuto mesi particolarmente intensi e, per alcuni di loro, ancora restano da definire i dettagli del prossimo futuro.

“Abbiamo lavorato alacremente nei mesi passati - ha sottolineato il dirigente dell’ufficio scolastico territoriale di Arezzo, Roberto Curtolo - siamo riusciti, malgrado le difficoltà note a tutti, ad arrivare al primo giorno di scuola sistemando i professori nel 90 per cento degli istituti. Stiamo cercando di fare il possibile per dare risposta a tutti e nel modo migliore ma, come è facile intuire, non è semplice”.

Dunque, quasi tutte le cattedre sono state assegnate e gli studenti possono contare sulla presenza di prof e insegnanti per le lezioni.

“Alle otto di questa mattina ero in mezzo ai ragazzi delle scuole - ha raccontato Curtolo - non ho voluto rinunciare a vivere la scuola nel suo primo giorno. Vedere le aule riempirsi e i ragazzi tornare in classe è sempre una grande emozione. Dobbiamo ricordare infatti che la scuola è l’ultimo baluardo di coesione sociale. Abbiamo sotto gli occhi tutti l’esempio di Amatrice. La scuola è un microcosmo dove tutti possono guardare al proprio futuro non solo gli studenti. La scuola non è un costo è un investimento - prosegue - il mondo politico, quello istituzionale, quello economico e sociale dovrebbero adottare questa visione e interessarsi di questo ambito con particolare e sempre maggiore puntualità. La scuola ha bisogno di strutture funzionanti e di attrezzature adeguate per portare avanti la propria mission. Non dimentichiamoci che dietro a quella campanella che oggi è suonata nuovamente c’è tutto un universo che continua a lavorare tutto l’anno per dare risposte e coltivare il futuro delle nuove generazioni”.

Particolare attenzione ad una migliore e più adeguata politica di intervento e manutenzione delle stesse strutture scolastiche.

“Il territorio aretino - prosegue Curtolo - non presenta criticità come ho avuto modo di vedere in altre località italiane. Alcune strutture sono molto belle e idonee ad accogliere gli studenti. Altre invece hanno necessità di interventi. Sicuramente un neo che è sotto gli occhi di tutti è quello riguardante la situazione delle palestre cittadine. Tendenzialmente però le amministrazioni aretine hanno lavorato bene sul territorio. Un’ultima riflessione che dobbiamo spendere è quella riguardante il concetto di coesione. Ciò non deve ridursi nel credere che ogni frazione debba avere necessariamente un proprio plesso scolastico. Creare una rete tra Comuni che si dedichino alla realizzazione di una struttura che accolga studenti provenienti da più realtà deve essere un obiettivo da perseguire per migliorare il servizio e ottimizzare le risorse”.
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