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Acqua, luce e gas: uno sciopero in difesa della natura pubblica dei servizi

Il sindacato in difesa dei posti di lavoro e della qualità dei servizi per i cittadini

Gli scioperi non sono mai ordinari ma quello del 17 dicembre dei lavoratori impegnati in elettricità, gas e acqua, lo sarà ancora di meno.

Le motivazioni dei sindacati Filctem Cgil,  Femca Cisl, Flaei Cisl e Uiltec Uil? Alcune modifiche legislative approvate o in fase di discussione  che, nei fatti, mettono a rischio la gestione pubblica di questi servizi e i posti di lavoro  di quasi 70.000 dipendenti. 400 di questi sono nella provincia di Arezzo, distribuiti  tra  Enel Distribuzione, Centria, Nuove Acque, Publiacqua e Toscana Energia.    

Le Linee Guida ANAC sull' applicazione dell’art.177, comma 1, del “Codice degli Appalti” (obbligo per i concessionari di servizi pubblici che non siano stati selezionati con "gara” di esternalizzare una quota pari all’80 per centro dei contratti di lavori, servizi e forniture relativi alle concessioni),  comporterà, secondo la Filctem Cgil di Arezzo, "la radicale trasformazione delle aziende che gestiscono la distribuzione dell’energia elettrica e del gas metano in Italia in semplici stazioni appaltanti. In questo modo avremo dall’aprile 2019  una sostanziale privatizzazione  di questi servizi a favore delle aziende appaltatrici  e siamo seriamente preoccupati per  il posto di lavoro di moltissimi dipendenti  nonché per la qualità e la sicurezza dei servizi e dei lavoratori”.

Novità anche per quanto riguarda la gestione integrata del servizio idrico:  “la proposta di legge Daga attualmente in discussione in parlamento  non contempla  la tutela del personale. E quanto parliamo di tutela – specifica Filctem Cgil – non intendiamo solo il posto di lavoro ma anche l’insieme dei diritti salariali, contributivi e contrattuali. Non siamo di fronte ad una trasformazione che guarda avanti ma indietro. In Toscana non avremmo più 6 aziende ma probabilmente 10 con rischi evidenti di minori risorse finanziarie per gli investimenti in strutture, impianti, tecnologia. Un unico risultato sarebbe certo: la moltiplicazione dei Consigli d’amministrazione, dei Presidenti, dei Direttori”.

Quindi tutela dei posti di lavoro e della qualità e sicurezza di servizi pubblici fondamentali per la qualità della vita dei cittadini e per lo sviluppo economico del paese questo il filo rosso che accomuna i diversi settori chiamati a scioperare

“Deve essere chiaro inoltre – conclude la Filctem Cgil di Arezzo – che da sempre sosteniamo il rispetto dell’esito referendario del 2011. Non in una prospettiva ideologica ma di qualità del servizio e di affermazione degli interessi dei cittadini e dei lavoratori. La dimensione delle aziende prevista dalla legge  non sarebbe in grado  di garantire  né gli investimenti  necessari  per dare acqua buona di qualità  ai cittadini né l’occupazione”.

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