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Sanità: un infermiere ogni 92 abitanti. All'appello mancano 360 professionisti, Grasso: "Assumere non è uno spreco"

Ad Arezzo i dati sono ancora più preoccupanti. Si calcola che per 92 abitanti vi sia un solo infermiere a disposizione.

"Gli infermieri non sono uno spreco per la sanità pubblica ma un investimento necessario".

E lo sono ancora di più visto che di personale inoccupato ce ne è a bizzeffe mentre, di contro, gli ospedali e le strutture sanitarie hanno una carenza tangibile di forza lavoro.

Insomma, laureati e professionisti non mancano. Quello che invece manca sono le assunzioni.

Ad esserne convinto è il presidente dell'ordine delle professioni infermieristiche di Arezzo Giovanni Grasso che, dati alla mano, si è fatto portavoce di quella che è la situazione aretina e della Asl Toscana Sud Est. L'occasione per ribadire lo stato di salute della professione è il messaggio lanciato dal presidente nazionale in seguito alla divulgazione dei dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

"Gli infermieri impiegati nel servizio sanitario nazionale come emerge dal documento dell'Oms - sottolinea Grasso - sono carenti in tutta Italia, dove il rapporto con i medici invece di essere di uno a tre come indicato a livello internazionale, crolla a volte fino a sfiorare la parità (1:1), non garantendo un adeguato impegno assistenziale; in questo senso ne mancano oltre 53mila. Il rapporto medici infermieri è in realtà costante nel tempo, ma perché segue le carenze progressive delle due professioni. Il rapporto infermieri medici in ospedale è passato, ad esempio, da 2,48 del 2010 a 2,52 del 2016. Circa il 40% degli infermieri occupati nel Ssn, inoltre, svolge lavoro straordinario, del quale circa il 4,5-5% è in eccesso rispetto ai normali parametri. Questo significa che su 180mila unità di personale, per ridurre di questa percentuale lo straordinario, sarebbero necessarie 49.000 – 54.000 unità aggiuntive, in linea quindi con il personale mancante in base al rapporto infermieri-medici".

Ad Arezzo i dati sono ancora più preoccupanti. Si calcola che per 92 abitanti vi sia un solo infermiere a disposizione. A livello di ricoveri ospedalieri invece, viene conteggiato che un solo operatore si trova a dover gestire "nella migliore delle ipotesi" anche 12 pazienti insieme. Il rapporto ideale sarebbe di un professionista ogni sei ricoverati.

"E' evidente come la situazione presenti delle criticità notevoli - spiega ancora Giovanni Grasso - La carenza di personale specializzato porta a non gestire al meglio le criticità e le patologie. Medici ed infermieri sono in calo ovunque ma i bisogni di assistenza da parte della popolazione sono aumentati esponenzialmente visto che l'età media è sempre più avanzata. Inoltre si sta creando, purtroppo, una disaffezione e allontanamento dalla professione. In media i compensi arrivano a 1.400 euro al mese. Quanto quello che guadagna una commessa. Un paragone necessario dove l'accento va posto sul fatto che le due professioni hanno delle caratteristiche e delle responsabilità ben diverse. In altri paesi europei un laureato in scienze infermieristiche arriva a guadagnare cifre ben al di sopra di quelle italiane". Dunque come uscire da questa situazione di stallo? Come migliorare la professione e il servizio rivolto ai cittadini?

"Semplice, assumendo - sottolinea Grasso - Con un piano di assunzioni vero e dettagliato. La Regione Toscana in questo senso deve prendersi carico di questa necessità e farla propria. Inoltre ci sono moltissimi laureati che attendono di trovare un impiego congruo. Ad ogni concorso, per un solo posto all'interno di una struttura sanitaria, si presentano anche 10mila partecipanti da ogni parte d'Italia. Anche per questo la FNOPI ha chiesto un incontro urgente con il ministro della Salute Giulia Grillo e alle Regioni. Gli infermieri non solo possono, ma devono essere messi in grado di esprimere il massimo delle loro potenzialità sia in termini quantitativi che qualitativi. Un tema che è quanto mai attuale anche a livello locale, perché in base al rapporto medici infermieri mancano in Toscana quasi 3.000 unità di personale nei vari servizi, mentre a livello di Asl quella Sud Est, della quale facciamo parte, ha una carenza di 369 unità”.

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