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Reddito di cittadinanza, per otto richieste su dieci arriverà l'ok. Ma nessuno prenderà i 780 euro

Cna ha stilato l'identikit di chi ha inoltrato domanda: quarantenni, italiani, ex lavoratori dipendenti ma senza i requisiti per ricevere l'importo massimo erogabile. La presidente Binazzi: "Misura di aiuto alle famiglie, che però non rilancerà l'occupazione"

Otto aretini su dieci otterranno il reddito di cittadinanza richiesto, ma quasi nessuno riceverà i 780 euro che rappresentano la cifra simbolo del provvedimento varato dal governo Lega-5 Stelle. I dati sono quelli forniti da Cna, relativi al periodo che va dal 6 al 31 marzo. Il Caf dell’associazione di categoria ha inoltrato 65 domande: 4 dei richiedenti hanno meno di 30 anni, 11 sono le persone tra i 30 e i 40 anni mentre la fascia più nutrita è quella tra i 40 e i 50 anni, con 18 domande; sostanziosa anche la richiesta tra i 50-60enni con 16 domande. Infine, sono 6 le richieste inoltrate da coloro che hanno tra i 60 e i 66 anni. A queste si aggiungono anche le 8 domande arrivate da over 67, che sono state tramutate in domande per la pensione di cittadinanza, non essendo prevista la misura del reddito di cittadinanza oltre quella soglia di età.

Trentaquattro uomini, trentuno donne, 50 italiani, 3 extracomunitari, 4 comunitari e 8 che di recente hanno ottenuto la cittadinanza italiana: questo il dettaglio delle richieste registrate. Quanto alla situazione lavorativa, si tratta di ex lavoratori dipendenti che hanno perso il lavoro oppure casalinghe. In poche parole, a richiedere il reddito di cittadinanza sono soprattutto padri e madri in difficoltà.

“Stimiamo – spiega Alessio Crocini, direttore del patronato Epasa-Itaco – che il 70-80% delle domande possa venire accolto. Tuttavia, difficilmente chi ha fatto domanda riceverà 780 euro: quello è l’importo massimo che viene erogato nel caso in cui una persona si ritrovi senza lavoro, viva in affitto e non abbia nessun deposito né altra fonte di sostentamento. Un identikit che non corrisponde praticamente a nessuna delle persone che si sono presentate ai nostri sportelli”.

Franca Binazzi-2Cavallo di battaglia dell'esecutivo in carica, il reddito di cittadinanza non convince Cna. Secondo l'associazione, i vantaggi previsti per gli imprenditori che assumeranno i percettori del reddito, non sono tali da innescare un percorso virtuoso di assunzioni e investimenti.

“Un’integrazione al reddito, anche se minima, è indubbiamente di aiuto alle famiglie - osserva Franca Binazzi, presidente CNA Arezzo. Tuttavia, il reddito di cittadinanza nasce come misura riguardante le politiche attive del lavoro ma ci sembra complicato che questa integrazione si tramuti in politica attiva per la creazione di posti di lavoro. Ricordiamo che l'incentivo, di cui si può beneficiare solo in caso di assunzione a tempo pieno e indeterminato, consiste nella possibilità di scalare dai contributi dovuti l'importo del reddito percepito per un periodo pari alla differenza tra 18 mesi e i mesi già incassati dal percettore e spetta solo se l'assunzione effettuata costituisce un incremento occupazionale. L’incentivo deve inoltre essere restituito in caso di licenziamento del lavoratore nei 36 mesi successivi all’assunzione, a meno che non sia provata la giusta causa o il giustificato motivo oggettivo. Temiamo che senza l’effettivo sostegno alle imprese in termini di sgravi contributivi, accesso al credito e possibilità di effettuare investimenti, il reddito di cittadinanza resti una mera misura di tipo assistenziale”.

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