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Rapporto povertà, Fontana: "Siamo in una fase di egoismo che si diffonde anche in Arezzo"

"Bisogna fare di più, soprattutto in questa fase di egoismo che si diffonde anche in Arezzo". E' questo uno dei pensieri espressi dall'Arcivescovo Riccardo Fontana in occasione della Giornata Mondiale per la lotta alla povertà che ha avuto il suo...

"Bisogna fare di più, soprattutto in questa fase di egoismo che si diffonde anche in Arezzo". E' questo uno dei pensieri espressi dall'Arcivescovo Riccardo Fontana in occasione della Giornata Mondiale per la lotta alla povertà che ha avuto il suo evento anche in città con al centro la Caritas e il suo ultimo rapporto che descrive il fenomeno in chiave aretina. La presentazione del volume Astanti si è svolta al liceo scientifico Redi di Arezzo dove Fontana, il direttore della Caritas Giuliano Francioli e il suo vice Andrea Dalla Verde hanno parlato con gli studenti.

"C'è un'attenzione forte della Chiesa aretina verso le situazioni di povertà e sofferenza, fatta di gesti concreti, perché le chiacchiere non servono a chi non arriva alla fine del mese, c'è bisogno di recuperare la solidarietà collettiva, siamo in un momento terribile perché la gente tende a badare soltanto a se, rivendica solo per se e non si accorge magari che sua madre che l'ha cresciuto e mandato agli studi non arriva alla fine del mese e non può accendere il riscaldamento, io credo che dobbiamo uscire da questa fase egoista."

Ma non solo: "Bisogna fare di più e soprattutto in questa fase di egoismo che si diffonde anche in Arezzo, un tempo una città molto solidale, piena di istituzioni e di servizi sociali mentre adesso c'è un riflusso nel privato."*

Cosa racconta Astanti? In quali contesti si sviluppa la povertà? Lo ha spiegato il direttore Francioli: "Racconta una realtà che a molti sfugge, siamo troppo ancorati ad un concetto di elemosina, di pietismo, invece noi abbiamo davanti una sfida importante, le povertà nascoste derivano da tanti fattori, separazioni, crisi psichiche, mancanza di lavoro, alle quali non facciamo più caso, la nostra vita non è più partecipata, se ci sono queste sofferenze tutti dovremmo sentirle."

La scelta di presentare il rapporto all’interno di una scuola, che non è priva di significatoAlla carità ci si educa - afferma monsignor Francioli - I giovani sono particolarmente sensibili e pronti a rispondere positivamente alla grande sfida odierna: quella della solidarietà. Ecco, quindi, la scelta di presentare il Rapporto in un istituto scolastico: occorre parlare ai giovani, renderli attenti ai temi sociali e responsabili di quanto avviene attorno a loro.

*Riflusso nel privato o, più genericamente, riflusso è un termine del linguaggio giornalistico e politico usato per descrivere un atteggiamento caratterizzato dal disimpegno politico e sociale e dal ripiegamento nella sfera del privato in un clima di disillusione e ritorno a valori del passato.

Alcuni dati:

Dai dati raccolti nei cinque centri diocesani e nei trentadue parrocchiali, più di un terzo delle registrazioni ha interessato persone italiane, facendo lievitare una crescita dello 0,2% rispetto all’anno precedente e confermando la costanza di questo fenomeno, ovvero che sempre più italiani (aretini, nel caso) si trovano in crescente difficoltà. A seguire, le persone provenienti dal Marocco con il 13,4%, dalla Romania con l’11,9%, dall’Albania con l’8,5% e dalla Nigeria con il 6,1%.

Tra coloro che si rivolgono agli sportelli della Caritas la fascia d’età maggiormente rappresentata è quella tra i 40 e i 49 anni rappresentata dal 27,3% delle 2.101 persone registrate, seguita dalla fascia d’età di 30-39 anni con il 23,4% e da quella di 50-59 anni con il 19,8%. Il 15,8% delle registrazioni, inoltre, ha riguardato persone con più di 60 anni.

Principale destinataria dell’azione Caritas è la famiglia. Il 53,5% delle persone ha dichiarato di essere coniugata e il 17,4% divorziato/separato; il 65,1% vive con la propria famiglia e il 38,5% ha almeno un figlio minore convivente. Sono le donne, mogli e madri, a farsi principali portatrici delle necessità dei propri cari. E molteplici sono i servizi attivati dalla Caritas per rispondere nel migliore dei modi ai bisogni delle famiglie: il progetto SIF (Sistema Inclusione Famiglie) in convenzione con il Comune di Arezzo ha permesso di sostenere 170 famiglie nell’acquisto di prodotti per l’infanzia, 102 famiglie con interventi di sostegno al reddito e 51 persone con buoni spesa per l’acquisto di alimenti.

I principali bisogni rilevati derivano dalla mancanza di un reddito appropriato (54,5%) e da situazioni lavorative precarie e inadeguate (16%), ma sono anche legati a problematiche di tipo abitativo (7,2%): mutui non più sostenibili, gravi situazioni debitorie legate all’affitto, utenze e tasse sono solo alcune delle spese ricorrenti che incidono e aggravano bilanci familiari già risicati.

Il progetto di prestito sociale, finanziato dalla Regione Toscana, che prevede la possibilità di intervenire con prestiti senza interessi fino a un massimo di 3.000 euro, è una prova tangibile di queste difficoltà: su 285 persone che hanno beneficiato di un prestito, il 61,4% ha fatto richiesta in relazione a spese legate all’abitazione.

Rimane elevata l’attenzione anche per le fasce sociali più deboli ed emarginate. Nel corso del 2017 sono stati erogati 29.360 pasti presso le mense del territorio e sono stati accolte più di 40 persone nel dormitorio invernale di San Domenico per persone senza fissa dimora. Altre 78 persone hanno trovato alloggio presso la struttura di accoglienza San Vincenzo e 11 nuclei familiari sono stati ospiti di Casa Santa Luisa.

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