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Cattivi odori, si impennano le segnalazioni ad Arpat: "Lamentele per le emissioni del comparto orafo"

Il 77 per cento delle segnalazioni arrivate ad Arpat dalla provincia di Arezzo riguardano l'inquinamento odorigeno. San Zeno e la discarica di Podere Rota nel mirino dei residenti

Arezzo e i cattivi odori nell'atmosfera: i casi sono più numerosi di quanto si possa immaginare, e secondo l'agenzia regionale per la protezione ambientale, in larga parte sono dovuti al comparto orafo. Nel 2019, spiega Arpat, dal territorio aretino sono giunte 108 segnalazioni, 70 riguardavano odori e emissioni in atmosfera. Nel 2020 queste segnalazioni hanno raggiunto il 77 per cento del totale. 

L“inquinamento odorigeno”, così lo chiamano gli addetti ai lavori, è causato dalla presenza nell’aria di sostanze percepibili dall’olfatto in concentrazioni molto basse, spesso di gran lunga inferiori alla loro soglia di tossicità, cioè al livello oltre il quale sono in grado di produrre effetti gravi e irreversibili sulla salute. E proprio per quest’ultimo motivo che fino a pochi anni fa il problema era stato sottovalutato.

L'inquinamento atmosferico, comunque, in genere, con o senza presenza di odore, risulta senza dubbio il motivo prevalente delle segnalazioni dei cittadini in tutta la Toscana ed il territorio di Arezzo non fa eccezione.

La responsabile del Dipartimento di Arezzo, Cecilia Scarpi, spiega infatti che “molte sono le segnalazioni inoltrate dalla cittadinanza che si lamenta degli odori e delle emissioni in atmosfera, ed è un dato ricorrente, come si può vedere dai dati degli ultimi anni, in particolare provenienti dal comparto orafo, che è uno dei principali settori produttivi del territorio”.

Secondo Arpat, le principali e più probabili fonti di emissioni odorigene, nella Provincia di Arezzo, sono imputabili alle seguenti attività attività orafe e galvaniche comprese quelle per il recupero dei metalli preziosi dalle lavorazioni orafe e incenerimento rifiuti, presenti soprattutto nel territorio aretino (zona di San Zeno, Pescaiola e Ripa dell’Olmo) e nei comuni limitrofi, Laterina, Ponticino, Civitella in Val di Chiana e Capolona per citare i principali. Non mancano però le segnalazioni relativi all'impianto di discarica e di compostaggio, presenti nel comune di Terranova Bracciolini. Si tratta di un problema definito "importante" e che "impegna intensamente il Dipartimento di Arezzo". Poi ci sono gli impianti di depurazione, presenti in quasi tutti i comuni, anche se, ad oggi le segnalazioni provengono, soprattutto nel periodo estivo, da località Casolino. Infine "gli allevamenti di animali e pratiche annesse (fertirrigazione, stoccaggio letami, pollinatura, ecc..), presenti soprattutto nella zona della Val di Chiana". 

Il comparto orafo, presente nella zona industriale di Arezzo, è uno dei principali settori produttivi del territorio ed è senz’altro uno delle principali fonte da dove provengono le segnalazioni inoltrate dai cittadini che lamentano la presenza di odori e di emissioni in atmosfera.

"Essendo un settore di nicchia, presente in Italia, prevalentemente ad Arezzo e Vicenza, purtroppo non ha trovato una disciplina di dettaglio nelle linee guida sopra richiamate", spiega Arpat nella sua dettagliata analisi.

"Queste attività provocano disturbi odorigeni che vengono affrontati, non senza difficoltà, dovute sia alla mancanza di una normativa specifica che disciplini la materia degli odori, sia in quanto non risulta sempre facile individuare la fonte. Nel caso delle attività orafe, infatti, si tratta di molte imprese concentrate in una precisa area, per cui risulta difficile comprendere la specifica origine dell’emissione, oggetto del disturbo. A questo dobbiamo aggiungere che l’odore svanisce velocemente, magari viene percepito in modo forte e nitido in un preciso momento, ma anche il più tempestivo degli interventi non garantisce che il personale, una volta arrivato sul posto sia ancora in grado di percepirlo".

Questi problemi rendono complesso, non solo affrontare, ma anche risolvere molte delle problematiche odorigene che vengono segnalate dai cittadini.

In molti casi le segnalazioni dei cittadini riguardano emissioni, che come abbiamo avuto modo di dire sono ancora classificate in molti casi come “scarsamente rilevanti” e, pertanto, risulta piuttosto difficile imporre alle aziende l’installazione di un abbattitore fumi, che risolverebbe, in molti casi, l’inconveniente odorigeno. Le modifiche normative messe in atto con l’approvazione del PRQA danno la possibilità all’Autorità competente di richiedere alle imprese l’adozione di specifici accorgimenti tecnici per migliorare taluni impatti ambientali prodotti, in particolare quello costituito dagli odori. 

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