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Privatizzazione Poste Italiane, sindacati sul piede di guerra. I Comuni di Arezzo e Bibbiena affidano la corrispondenza a Nexive

Sono le amministrazioni comunali di Arezzo e Bibbiena ad aver sottoscritto degli accordi con l'operatore Nexive per il recapito postale di atti amministrativi. Una scelta che non è isolata nel panorama della regione Toscana visto che, negli...

Sono le amministrazioni comunali di Arezzo e Bibbiena ad aver sottoscritto degli accordi con l'operatore Nexive per il recapito postale di atti amministrativi.

Una scelta che non è isolata nel panorama della regione Toscana visto che, negli ultimi mesi sono state movimentate già oltre 1 milione di buste.

"Obiettivo di questo progetto congiunto - fanno sapere da Nexive - è innanzitutto sviluppare una sinergia utile alla diffusione di soluzioni e servizi innovativi a supporto dei comuni della provincia di Arezzo e dei cittadini aretini, sostenendo le Amministrazioni locali a rendere più efficienti i processi, attraverso i servizi tecnologicamente avanzati di Nexive. La collaborazione con Anci Toscana intende quindi offrire benefici concreti non solo alle amministrazioni dell’area aretina ma anche ai cittadini stessi".

Ad oggi hanno aderito al progetto i comuni di Arezzo e Bibbiena (Arezzo) e nel resto della Regione i comuni di Firenze, Firenzuola (Firenze), Livorno, Siena, Castigliole D'Orcia (Siena), Firenze, Capannori (Lucca), Pistoia, Prato, Massarosa (Lucca), Viareggio (Lucca), Forte dei Marmi (Lucca), Pietrasanta (Lucca), Livorno e Piombino (Livorno).

Insomma, una scelta che a quanto pare sempre più amministrazioni comunali starebbero facendo in modo da trovare strategie per il contenimento dei costi e qualità del servizio.

Dal fronte sindacale invece, anche ad Arezzo, l'attenzione si è concentrata sul procedimento di privatizzazione di Poste Italiane, argomento ora in discussione al Parlamento.

"A rischio - fanno sapere dalla Cisl - c'è la funzione sociale, la presenza in ogni dove, anche nei centri più periferici e marginali del Paese dove, l’azienda, è ancora percepita come un presidio istituzionale, un grande asset infrastrutturale al servizio della collettività nonché del tessuto imprenditoriale della nostra economia".

"A rischio - spiega il segretario dei Postali Cisl di Arezzo, Daniele Mugnai - anche la garanzia dello Stato sui prodotti finanziari che, fino ad oggi, pur con rendimenti minimi, ha sempre protetto i risparmi degli italiani. E’ evidente che vogliono trasformare Poste italiane in una vera e propria banca, con il pericolo di introduzione di quelle dinamiche di rischio che tanti danni hanno prodotto alle economie di imprese e di interi nuclei familiari. E noi, in questo territorio, ne sappiamo qualcosa. Questo processo di completa finanziarizzazione sta sottraendo risorse ed attenzioni al recapito ed è a rischio l’intera tenuta del settore. Oramai l’azienda poste non mostra più alcun interesse sul servizio universale che è obbligata ancora a garantire attraverso i propri centri di recapito, sia per le sovvenzioni che riceve dallo Stato sia in ossequio all’osservanza di un diritto di cittadinanza ancora in essere in favore dell’intera collettività. Ricordo che da questo Marzo il recapito delle bollette Enel è di nuovo competenza di Poste mentre restano ai privati acqua e gas. Per pochi danari - conclude il segretario Mugnai - il Paese sta perdendo un pezzo importante del suo patrimonio, per un ennesimo regalo che viene offerto alle solite oligarchie economiche e finanziarie. Se la completa privatizzazione andrà a buon fine l’intero Paese perderà e sarà ancora più povero ed anche il nostro Territorio ed i nostri lavoratori subiranno conseguenze disastrose. Per queste motivazioni abbiamo, di nuovo, aperto vertenze aziendali che andranno avanti fino a quando non avremo delle risposte, anche contrattuali visto che siamo in vacanza da anni".

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