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La petizione per l'apertura di Sargiano, risponde il Centro dell'Uomo: "Salvato da sicuro degrado"

Mariottini chiede un intervento dei Frati Minori per la fruibilità più ampia possibile dell'area, più vivibilità che semplici visite su prenotazione

E' partita da alcuni giorni la petizione on line per la riapertura del convento di Sargiano che chiede ai Frati Minori che ne sono proprietari di poter rendere l'area fruibile agli aretini come un tempo, visto che ne sono culturalmente e affettivamente legati, magari anche attraverso il ritorno della chiesa alla sua  funzione religiosa, per le cerimonie come comunioni e matrimoni.

Il convento, dal 1999 gestito dalla Onlus Centro dell'Uomo, fanno sapere sia visitabile su prenotazione chiamando un numero di telefono (348-5230585). Alla richiesta di chiarimenti il presidente Pier Franco Marcenaro invia una nota che riepiloga quando accaduto e lo stato dei fatti, raccontando che a suo tempo anche il convento di Sargiano aveva subito la crisi delle vocazioni e della scarsa frequenza dei fedeli nelle chiese.

      Dei 51 conventi della Toscana appartenenti originariamente all’ordine dei Frati Minori, oggi molto pochi sono ancora gestiti dai Frati, in maggioranza sono stati affidati a organizzazioni pubbliche o private oppure venduti e trasformati in alberghi. Anche Sargiano non poteva non risentire di questa crisi generale - fanno sapere dalla Onlus - Infatti, nel 1993 è stato abbandonato dai religiosi, rimasti solo in sei e impossibilitati a gestirne le notevoli dimensioni. Tra il 1996 e il 1998 provarono ad affidarlo in comodato all’associazione dei Missionari Identes, ma il compito risultò superiore alle loro forze: nell’abbandonare l’incarico dopo due soli anni essi dichiararono che “pensavano di rianimare il luogo, ma non trovarono pubblico che frequentasse la chiesa”. Nel 1997 il convento fu rinominato “monastero” a seguito di un progetto di riqualificazione presentato per il Giubileo 2000, ma poi non approvato.

Da qui sarebbe derivato l'intervento della Onlus:

       Rimasto nuovamente in stato di abbandono, i Frati interpellarono la Onlus “Centro dell’Uomo” che collaborava con loro da un quindicennio. Accettando la sfida, i suoi associati trovarono un edificio completamente da restaurare. Ma la cosa più grave erano le travi del tetto che avevano ceduto lasciando filtrare la pioggia. Fu allora che l’associazione – di cui fanno parte anche diversi aretini – investendovi molto denaro e molto lavoro volontario, salvò il convento da un sicuro degrado. 

La chiesa     

La Onlus stessa spiega nella nota spedita alla redazione che:

Riguardo alla chiesa – che è il solo edificio storico, poiché il rimanente, che funge da alloggio per gli ospiti, e stato ricostruito dopo il bombardamento degli alleati del 1944 – è stata completamente ricostruita nel 1700, e purtroppo non può contenere la minima traccia di Piero della Francesca. Da essa i Frati, lasciando il convento, ne asportarono per sicurezza tutte le opere di qualche valore. La chiesa è sempre consacrata, ma una richiesta di riaprirla al culto risulterebbe oggi anacronistica, quando è noto che ogni sacerdote aretino gestisce già diverse parrocchie e le parrocchie stesse vengono accorpate. Senza contare il fallito tentativo degli Identes degli anni ’90. 

La petizione on line promossa da Mariottini di Academo chiede ai cittadini di firmare in molti, affinchè invece i destinatari della petizione decidano di aprire  nuovamente al culto religioso un luogo tanto caro agli aretini e dove l’arte, nel primo Rinascimento, potrebbe aver raggiunto espressioni sublimi inimmaginabili con Pier della Francesca.

"Sargiano torni un luogo aperto agli aretini", le motivazioni

Cosa risponde la Onlus? Con i modi in cui, secondo loro, è garantita la presenza degli aretini: 

La presenza nel Convento quali associati di un buon numero di loro concittadini che partecipano alle sue attività di volontariato; una ricaduta notevole sull’indotto e sull’immagine  di Arezzo nel mondo, per le centinaia di presenze da tutto il mondo; sono state organizzate feste per i giovani diversamente abili dell’Istituto di Agazzi con cui regolarmente collabora: sono stati e verranno tenuti concerti di musica classica aperti alla Città; la chiesa può essere visitata su semplice richiesta, come riporta un cartello posto all’ingresso del convento: va detto però che le visite si contano ogni anno sulle dita di una mano; una molto costosa manutenzione di tutto il complesso. Riguardo al Bosco di Sargiano, esso non fa parte del Comodato del “Centro dell’Uomo”, pur se accessibile dal convento. Resta una proprietà privata dei Frati Minori.  

Il presidente di Academo continua però a chiedere che la petizione sia compresa nella maniera più ampia, rivolgendosi soprattutto ai Frati Minori. Intanto è stato ottenuto in pochi giorni un primo risultato. E’ stato infatti diffuso, da parte dell’associazione Onlus “Centro dell’Uomo”, affidataria del complesso conventuale, un numero di telefono per concordare visite su richiesta.

"Grazie per la buona volontà, ma la petizione reclama una fruibilità completa, artistica, religiosa del convento e del  Bosco di Sargiano. Si tratta difatti di un  Biotipo di rovere naturale di particolare  grande importanza e rarità, da pochi conosciuto. Il bosco fu inserito tra le Aree Protette di Interesse Locale (ANPIL) dalla L.R. 49/1995 (presente anche nei SIC Siti di Importanza Comunitaria). Con risorse pubbliche (Provincia di Arezzo) fu ristrutturato e aperto a visite scientifiche, didattiche ed ecoculturali in generale. Purtroppo dal 1999 anche questa rarità ecologica è chiusa e non più usufruibile per gli scopi ricordati. Spero vivamente che la popolazione aretina, italiana e aggiungerei mondiale possano ritornare in possesso di questa rara biodiversità, vero e proprio bene comune."

Qui per firmare la petizione

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