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E' la festa del papà, ma noi toscani diciamo "babbo". Ecco perché

Il termine "babbo" è autoctono, mentre "papà" deriva dal francese

Già Dante Alighieri ne faceva menzione nell'Inferno, prova del fatto che il termine “babbo”, in Toscana, sia diffuso da secoli e secoli. E non solo qui. L'espressione è usata anche in parte della Romagna, in Umbria, Marche, Sardegna e nel Lazio settentrionale. Al pari di “papà” è considerata corretta in italiano.

La Crusca - scrive FirenzeToday - riporta poi le parole di Giuseppe Frizzi, che nel 1865 scrisse:

Padre è la voce vera e nobile, la quale si riferisce a tutti i padri in generale; e si trasporta a significare paternità spirituale, e comecchessia Colui che primo ha dato origine a una cosa. – Babbo è voce da fanciulli, ed è usata anche dagli adulti a significazione di affetto, e suol dirsi parlando del proprio padre o del padre di colui a cui parliamo. – La voce Papà è una leziosaggine francese che suona nelle bocche di quegli sciocchi, i quali si pensano di mostrarsi più compiti scimmiottando gli stranieri”.

Aldo Gabrielli nel Dizionario linguistico moderno (1956) afferma che papà, sebbene derivi dal francese, debba essere considerata una

voce onomatopeica infantile, che ripete il balbettio puro e semplice dei bimbi di tutto il mondo. I puristi sostengono che si debba dir babbo (usato peraltro solo in alcune regioni), la quale è pur essa voce onomatopeica infantile: ora noi pensiamo che non ci sia da segnar barriere nella voce istintiva dei bimbi, sia essa pa-pa o ba-ba.

Il babbo oggi

Oggi, conclude la Crusca, così come è stata accettata l’origine francese del termine “papà”, ipotesi sostenuta anche dal suo configurarsi come un "balbettamento" infantile per dire padre, allo stesso modo l’espressione “babbo” è divenuta un regionalismo, diffuso soprattutto in Toscana, mentre in alcune zone del meridione viene usato in senso dispregiativo, diventando sinonimo di “stupido”.Curioso però come quasi tutta l’Italia preferisca di gran lunga l’espressione “Babbo Natale”, ripresa tanto nei libri quanto nelle pubblicità televisive.

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