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Nuove Acque e proroga sulla gestione. Dal Forum Toscano: "L'Ait non avvalli la concessione, è un atto senza senso"

Sarà il prossimo 22 gennaio che verrà ratificata (o meno) la proroga per la gestione del servizio idrico aretino a Nuove Acque. A decidere sulla questione saranno 50 sindaci della Toscana che comporranno l'assemblea AIT. Si tratta di un ultimo...

Sarà il prossimo 22 gennaio che verrà ratificata (o meno) la proroga per la gestione del servizio idrico aretino a Nuove Acque. A decidere sulla questione saranno 50 sindaci della Toscana che comporranno l'assemblea AIT.

Si tratta di un ultimo step della complicata vicenda che ha tenuto il dibattito politico e non particolarmente acceso.

Soltanto poche settimane fa, la Conferenza Territoriale 4 Alto Valdarno, composta come noto dai sindaci dell'Aretino, ha dato il proprio consenso al rinnovo della convenzione a Nuove Acque.

Scelta che ha trovato la contrarietà del primo cittadino di Arezzo che invece ha sottolineato come sia necessario, prima di concedere proroghe o meno, portare la questione in consiglio comunale. Di questi giorni invece alcuni rumors che vedrebbero l'azienda di gestione del servizio idrico incerta sull'accettare la concessione così come formulata dalla conferenza territoriale. Una cautela dettata, forse, dalla volontà di non arrivare allo scontro con il comune capoluogo. Ultimo invece in ordine temporale il commento da parte del Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua e del Comitato Acqua Pubblica Arezzo.

Entrambi hanno richiesto all'assemblea di AIT di non avvallare la proroga.

Ecco le ragioni del Forum e del Comitato.

Nell’assemblea AIT di lunedì 22 gennaio, 50 sindaci della Toscana saranno chiamati a ratificare la decisione presa da una esigua maggioranza, in sede di Conferenza Territoriale 4 Alto Valdarno: prorogare la concessione al gestore Nuove Acque Spa di tre anni e mezzo, oltre la scadenza originaria del 30 giugno 2024.

Ci preme innanzitutto sottolineare che l’affidamento del servizio a Nuove Acque, nel 1999, venne sottoscritto dai sindaci dei Comuni facenti parte del Consorzio 4 Alto Valdarno, previa approvazione di tutti i Consigli Comunali.

Come è possibile che ora siano stati chiamati a decidere sulla proroga di quella concessione solo i primi cittadini? Ed è accettabile che i sindaci favorevoli alla proroga rappresentino solo un terzo della popolazione che abita e opera nel territorio gestito da Nuove Acque?

Occorre interrogarsi seriamente sulla legittimità o meno di tale procedura. Vogliamo inoltre ricordare che la proroga in questione prevede il ricorso ad un prestito di 130 milioni di euro, da utilizzare in parte per coprire il project financing di 40 milioni ancora da rimborsare, e in parte per nuovi investimenti.

Ma Nuove Acque non era il fiore all’occhiello in fatto di investimenti? Tanto che nel luglio 2016 venne presentato dal direttore AIT un piano che prevedeva tra il 2016 e il 2024 investimenti per 63 milioni di euro, con un graduale decremento delle tariffe, addirittura del 35%. Oggi il miraggio delle tariffe basse e di tanti investimenti, un vero paese dei balocchi, si è dissolto, e la realtà mostra tutte le inadempienze riguardo alla depurazione, come una situazione pessima delle reti idriche. Sfugge cosa il gestore abbia fatto in quasi 20 anni di Concessione.

Eppure candidamente si afferma che per evitare la lievitazione delle tariffe occorre prorogare il servizio e ricorrere ad un nuovo mutuo. Nessuno pensa di richiamare i responsabili per gli errori di valutazione? Nessuno chiede le dimissioni di un Direttore e di uno staff tecnico che hanno completamente sbagliato le previsioni?

Altra questione da sollevare e considerare con attenzione: è ammissibile la proroga di un contratto di appalto evitando di fatto la messa a bando di una nuova convenzione? Pare di sì, ma solo se limitata “al tempo strettamente necessario per l’aggiudicazione della nuova gara”.

In questo caso, scadendo la concessione di Nuove Acque nel 2024 (tra 6 anni), non c’è alcuna urgenza di prolungare ora l’affidamento, quando i tempi tecnici per indire una nuova gara sono assai ampi.

Rimarchiamo infine come la maggior parte dei sindaci dell’Alto Valdarno abbia inteso calpestare, ancora una volta, la volontà dei propri concittadini chiaramente espressa con il voto nei Referendum del 2011, tramite i quali si chiedeva di mutare la gestione dell’acqua, sottraendola ai privati e quindi alle logiche del mercato e del profitto.

Come Forum Toscano ribadiamo quindi la necessità di un’alternativa al modello misto pubblico-privato, frutto di una commistione di interessi tra politica, grandi multiutilities e mondo della finanza. Niente di più lontano dai bisogni e dalle esigenze di popolazione e ambiente.

Chiediamo pertanto di non avallare la concessione di questa proroga che è priva di senso di opportunità e di convenienza per gli utenti, oltre che di dubbia legittimità perché non condivisa dalla stragrande maggioranza dei rappresentanti dei cittadini dei territori interessati.

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