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Nuova Etruria e grande Comune d'Arezzo: possibilità, resistenze e polemiche

Il tema dei macro comuni è soltanto lo stadio più basso di riorganizzazione amministrativa di cui si parla. E mentre a livello locale il dibattito, acceso dalla mappa nella nuova Toscana tracciata dall'Irpet, è sempre vivo, in Parlamento si saggia...

Il tema dei macro comuni è soltanto lo stadio più basso di riorganizzazione amministrativa di cui si parla. E mentre a livello locale il dibattito, acceso dalla mappa nella nuova Toscana tracciata dall'Irpet, è sempre vivo, in Parlamento si saggia la possibilità di accorpamenti tra Regioni. Scenari futuribili, che però non sembrano poter dar frutti nell'immediato.

Una riforma profonda e incisiva comporterebbe una transizione lunga e, certo, non indolore della macchina amministrativa. Perché la riorganizzazione seria dei servizi – dietro ai disegni delle nuove cartine - è incombenza ingrata, le resistenze dei centri di potere refrattari al cambiamento un ostacolo insormontabile, soprattutto se aggrappate ai campanilismi che – quando esasperati - ben attecchiscono su parte della cittadinanza. Ma, almeno, se ne parla. Questo è lo stato dell'arte.

MACRO-REGIONI

Alla fine dello scorso anno due parlamentari del Pd, il deputato Roberto Morassut e il senatore Raffaele Ranucci, hanno presentato in conferenza stampa la proposta di legge costituzionale sulla riforma del regionalismo, che porterebbe le Regioni da 20 a 12. L'attuale Toscana diventerebbe territorio di riferimento per una regione più amplia, quella Appenninica, che ingloberebbe Umbria e parte del Lazio (la provincia di Viterbo). Una sorta di nuova Etruria. Lo scorso 8 ottobre c'è stata l'approvazione di un ordine del giorno in Senato che impegna il Governo "a prendere in considerazione prima dell'entrata della presente legge di revisione costituzionale l'opportunità di proporre anche attraverso una speciale procedura di revisione costituzionale la riduzione delle Regioni ad un numero non superiore nel massimo a dodici". La deadline per la proposta è quella di ottobre 2016.

E sempre a proposito di macro regioni, ha recentemente rilanciato il tema anche il governatore Enrico Rossi, proponendo una fusione tra Umbria, Marche e Toscana (per servizi, funzioni e strategie), che sono territori omogenei, anche per radici culturali. Precedendo, addirittura, il governo. Secondo Rossi, le Regioni dovrebbero diventare al massimo dieci.

NUOVE PROVINCE

Il dibattito sul futuro delle Province è un po' fermo. Si sa quali funzioni perderanno a breve, non si sa bene come saranno riorganizzate e di quanti dipendenti avranno bisogno. Una nebbia denunciata anche dai dirigenti della Provincia di Arezzo Gabriele Chianucci e Massimo Nibi ad Arezzo Notizie. Da gennaio, molte delle funzioni e parte del personale dell'ente saranno raccolti dalla Regione. E per il futuro? Potrebbe essere il passo decisivo per una definitiva abolizione del livello intermedio tra Regioni e Comuni? O, come molti suppongono, questi enti sopravvivranno seguendo i confini di area vasta per ambiti specifici (rifiuti? sanità?).

MACRO COMUNI

Nuova-provincia

L'ultimo sasso nello stagno l'ha lanciato l'Irpet ipotizzando una cinquantina di Comuni (invece degli attuali 287) i cui confini sono tracciati in base ai “sistemi locali di lavoro”, ovvero aree del pendolarismo disegnate in base alle analisi dei dati dei censimenti. Comuni da almeno 20mila abitanti, con un peso adeguato per relazionarsi direttamente con la Regione. Nell'Aretino sarebbero un po' tradite le storiche vallate, il Valdarno sarebbe accorpato ai comuni limitrofi fiorentini, Cortona e Castiglion Fiorentino sarebbero separati dal resto della Valdichiana aretino-senese, Badia Tedalda e Sestino migrerebbero verso l'Emilia-Romagna (fusione con Piandimeleto), Arezzo ingloberebbe Subbiano, Capolona, Castiglion Fibocchi, Monte San Savino e Civitella. Molti applausi - istituzionali e non - all'idea di “dimagrimento” delle amministrazioni, molte polemiche sull'applicazione pratica. E, prevedibile, il coro di no dei sindaci.

Il dettaglio:

AREZZO: Arezzo, Castiglion Fibocchi, Capolona, Civitella, Monte San Savino, Subbiano.

CASENTINO: Bibbiena, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio Stia, Talla

VALDICHIANA: Foiano, Lucignano, Marciano più le senesi Sinalunga, Torrita e Trequanda

CORTONA: Cortona, Castiglion Fiorentino

VALDARNO: Bucine, Cavriglia, Castefranco-Piandiscò, Laterina, Loro Ciuffenna, Montevarchi, Pergine, San Giovanni, Terranuova, a cui si aggiungerebbero le fiorentine Figline-Incisa e Reggello.

VALTIBERINA: Anghiari, Caprese Michelangelo, Monterchi, Pieve Santo Stefano, Sansepolcro. @MattiaCialini

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