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Mosaico replica a Chiara Gagnarli: "Gestione dei siti museali ottenuta con una regolare gara europea"

Riceviamo e pubblichiamo la replica della Mosaico e Munus all'intervento della parlamentare del Movimento Cinque Stelle Chiara Gagnarli. Da quello che scrive si vede che la Deputata Chiara Gagnarli è laureata in "scienze della produzione...

Riceviamo e pubblichiamo la replica della Mosaico e Munus all'intervento della parlamentare del Movimento Cinque Stelle Chiara Gagnarli.

Da quello che scrive si vede che la Deputata Chiara Gagnarli è laureata in "scienze della produzione animale" e membra della commissione agricoltura.

Se invece di seguire le oscure "manine" interessate si fosse meglio informata, avrebbe saputo che la gestione dei siti museali statali di Arezzo (Basilica di San Francesco - Affreschi di Piero della Francesca, Museo di Casa Vasari e Museo Archeologico Gaio Cilnio Mecenate) non è avvenuta con "discutibili affidamenti diretti senza bandi di gara", ma attraverso una regolare Gara Europea, vinta da un raggruppamento di imprese con Mosaico e Munus.

Se si fosse informata, avrebbe anche saputo che Alberto Mario Zamorani è stato uno dei manager pubblici più conosciuti ed apprezzati dal nostro paese, amministratore di grandi società pubbliche e addirittura firmatario del primo protocollo d'intesa con la regione Emilia Romagna per l'avvio dei lavori per la Variante di Valico Firenze-Bologna, che altri hanno realizzato solo 30 anni dopo. Come tanti altri amministratori e manager è caduto nell'errore, diffusissimo negli anni 80, di fornire finanziamenti al mondo della politica, che allora sembrava quasi una cosa normale. Ha pagato il suo debito con la giustizia ed è stato riabilitato dal Tribunale di Roma e può tranquillamente compiere tutti gli atti di un normale cittadino, compreso il contrattare con la pubblica amministrazione e candidarsi a incarichi pubblici, anche se egli stesso ha più volte confermato di non averne alcuna intenzione.

Riguardo la consulenza di Mosaico con Banca Etruria, siamo una volta per tutte a precisare l'assoluta correttezza dell'attività, che era in atto da 4 anni, per un valore di 100 mila euro l'anno e che ha portato almeno due significativi vantaggi: clienti ed attività per la Banca per più di 100 milioni di euro e, se si fossero applicate le tariffe del promotore finanziario, sarebbe risultato un importo per oltre un milione di euro.

Il secondo vantaggio è stato quello di riposizionare la presenza di Banca Etruria nel settore culturale, dopo i numerosi investimenti da essa compiuti per Piero della Francesca, Cimabue, etc. Il Sottochiesa della Basilica di San Francesco, restaurato dalla Banca, è stato valorizzato con la realizzazione di due grandi mostre: L’Oro nei Secoli dalla Collezione Castellani nel 2014 e Le Bevande Coloniali. Argenti e Salotti del Settecento Italiano. Tè, Caffè e Cioccolato nel 2015, con un costo complessivo di quasi 500 mila euro, alle quali Banca Etruria ha contribuito, in qualità di promotore e sponsor, per 135 mila euro.

Infine, per quanto riguarda le vicende in cui è stato coinvolto l'ex Consigliere di Amministrazione di Banca Etruria, Alberto Rigotti, sarebbe stato opportuno ricordare che Zamorani non era "socio in affari", ma solo Amministratore di una delle società che non è mai stata coinvolta nei problemi citati.

Se si vuole vedere del marcio anche nelle cose buone, ricordiamo solo che Mosaico e Munus sono tra le società più importanti per la gestione museale in sede nazionale e queste polemiche, basate su falsità, avvengono solo ad Arezzo.

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