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Monumento alla Resistenza, dopo un anno ancora nessun intervento. E i cittadini lanciano un appello: "Dignità per i caduti"

Al loro fianco, soltanto per questo pomeriggio, sono state disposte delle copie cartacee di quelle stesse cinquanta lettere che compongono la frase: "Il popolo delle vallate aretine ai caduti per la Resistenza". In piazza Poggio del Sole, sotto...

Al loro fianco, soltanto per questo pomeriggio, sono state disposte delle copie cartacee di quelle stesse cinquanta lettere che compongono la frase: "Il popolo delle vallate aretine ai caduti per la Resistenza".

In piazza Poggio del Sole, sotto alle finestre del Palazzo del Governo, dal 1975 si trova il monumento alla Resistenza. Il mausoleo è composto essenzialmente da una struttura di cemento armato che sorregge a sua volta una scultura raffigurante la massa di un corpo inclinato con le mani tese nel vuoto. L'opera venne realizzata dall'artista aretino Bruno Giorgi che all'epoca risiedeva in Brasile.

Nel corso degli anni il monumento ha dovuto fare i conti con lo scorrere implacabile del tempo, degli agenti atmosferici e dei vandali. Ad oggi la scritta che celebra il sacrificio dei caduti per la Resistenza conta sette delle cinquanta lettere di metallo utilizzate per comporre la frase commemorativa.

Sette. Le altre 43 sono sparite e, in alcuni casi, rimpiazzate con stencil di vernice nera.

La condizione di questo monumento non era certo sfuggita agli occhi dei presenti che lo scorso anno presero parte alla cerimonia commemorativa del 25 Aprile e avevano già posto l'accento sullo stato della struttura.

/attualita/il-monumento-ai-caduti-e-la-scritta-a-singhiozzo-lappello-necessaria-petizione-popolare/

Oggi un gruppo di cittadini si è dato appuntamento al sacrario ed ha messo in scena un flash mob.

Da una parte 50 lettere con i colori dell'arcobaleno attaccate su 50 scatole, per comporre integralmente la frase "Il popolo delle vallate aretine ai caduti per la Resistenza". Dall'altra le parole della poesia "Per i morti della Resistenza" di Giuseppe Ungaretti.

"Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce".

"Le scatole - fanno sapere gli organizzatori della manifestazione spontanea - simboleggiano tanti scrigni contenenti la memoria che non va dispersa e con esse la libertà e la democrazia riconquistate grazie alla Resistenza. I colori dell'arcobaleno vogliono ricordare che la liberazione dal nazifascismo significò anche la fine della guerra e la conquista di quella pace che a tanti popolo oggi è negata. Ora si spera che la frase venga al più presto ricomposta, per il decoro del monumento e soprattutto per il dovuto rispetto nei confronti di chi perse la propria vita per un paese libero e giusto."
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