rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Attualità

Migranti, protezione internazionale per il 30% dei richiedenti. Arezzo eccellenza toscana dell'accoglienza

"L'accoglienza non si improvvisa. E il percorso di integrazione è ancora lungo e in salita ma, non possiamo scegliere un altro tracciato". Ne sono convinte Eleonora e Laura, operatrici Arci Arezzo e del Sistema di protezione per richiedenti asilo...

"L'accoglienza non si improvvisa. E il percorso di integrazione è ancora lungo e in salita ma, non possiamo scegliere un altro tracciato".

Ne sono convinte Eleonora e Laura, operatrici Arci Arezzo e del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (SPRAR). Una realtà che in Toscana, e ad Arezzo, esiste dai primi anni duemila e che si occupa di dare riscontro alle esigenze dei migranti ammessi nel territorio. Per molti, ultimo Mario Morcone attuale Capo del Dipartimento per le Libertà Civili e l'Immigrazione presso il Ministero dell'Interno, l'esempio toscano e quello aretino di accoglienza diffusa sono metodi di eccellenza sui quali dovrebbero basarsi anche le altri regioni italiane. Ma fare accoglienza, prestare mezzi e tempo a uomini e donne che piombano sul suolo italiano in condizioni di estremo disagio, non è affare di poco conto. "Serve una rete organizzata - spiegano le operatrici Arci - volontari, operatori e professionisti pronti e capaci ad affrontare varie situazioni e dare supporto concreto a chi ne ha più bisogno".

Su questa scia, Arci Solidarietà Arezzo insieme a Provincia e Cesvot, si è fatto capofila di un'iniziativa volta alla creazione di profili professionali attivi nel settore dell'accoglienza.

Attualmente il territorio aretino conta circa 1.200 richiedenti asilo provenienti, per lo più, dall'Africa. Molti di questi entrano in contatto con la realtà dello Sprar dove, trovano non soltanto cibo e un posto letto ma anche una rete di accoglienza strutturata e molto ben organizzata.

"Arci - spiega Eleonora Benassi - si occupa di gestire lo Sprar. Come associazione promuoviamo, in tutti gli ambiti, la tutela dei diritti. Ovviamente cerchiamo di farci portavoce anche dei diritti dei migranti forzati. L'accoglienza deve avere delle linee guida e delle basi ben precise. Non possiamo farla in maniera improvvisata. Operare in questo settore significa avere a che fare con situazioni complesse sotto vari punti di vista. Uno di questi è il profilo giuridico. I richiedenti asilo presenti negli Sprar sono in attesa che l'Italia risponda alla loro richiesta per il riconoscimento dello status di rifugiato politico. Richieste che molto spesso non vengono accolte in prima istanza ma soltanto in appello. Una condizione che, anche soltanto da questo punto di vista come è facilmente intuibile, si presenta ricca di complessità legali. Ad oggi, dati alla mano, soltanto il 30-40% delle richieste per il riconoscimento della protezione internazionale o umanitaria vengono accolte al primo tentativo. La maggior parte devono attendere l'appello. Per il futuro, anche in questo senso, la situazione potrebbe cambiare. Con il nuovo decreto attualmente al vaglio del governo viene prevista l'abolizione del ricorso e dunque questo aspetto potrebbe facilmente tradursi in un ulteriore stretta sulle concessione dello status di rifugiato internazionale o umanitario".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Migranti, protezione internazionale per il 30% dei richiedenti. Arezzo eccellenza toscana dell'accoglienza

ArezzoNotizie è in caricamento