Ad Arezzo i migranti non accompagnati e che ancora non hanno raggiunto la maggiore età si contano sulle dita di una mano.

“Sono pochissimi – spiega Rosalba Guarino, viceprefetto vicario – Sono ospitati negli appartamenti di accoglienza che sono a disposizione per i richiedenti asilo. Non abbiamo in loco strutture dedicate ai minorenni”. Di fatto gli under 18 dovrebbero essere sistemati all’interno di centri specializzati “che però al momento – prosegue il viceprefetto Guarino – non sono in grado di dare risposte alle nostre richieste in quanto al completo”. Dal momento in cui arrivano nei vari territori italiani i giovanissimi migranti restano sotto la responsabilità delle varie amministrazioni comunali che hanno l’obbligo di assisterli e prestare loro i supporti (medici e non) necessari fino al raggiungimento della maggiore età. Nei primi sette mesi dell’anno sono in tutto 11.797 i minorenni senza genitori che sono arrivati in territorio italiano. Nello stesso periodo dell’anno precedente se ne contavano 12.360.

Un’emergenza di proporzioni senza precedenti che ha messo a dura prova l'intera nazione. Ma sono soprattutto i comuni siciliani ad essersi ritrovati a far fronte ad un numero esorbitante di migranti sbarcati sulle proprie coste.

Una moltitudine di uomini, donne e bambini che quasi ogni giorno continua ad arrivare senza sosta. Così, su disposizione del dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno il prefetto Mario Morcone (ex prefetto di Arezzo) ha disposto un piano per alleggerire comuni siciliani ridistribuendo 1.800 minori non accompagnati in 36 centri di accoglienza sparsi in tutta Italia. Il piano entrerà in vigore dal 23 agosto. Per quanto riguarda la Toscana viene contato soltanto il capoluogo: Firenze. Qui troveranno casa cinquanta minorenni.

La spesa complessiva per l'intera disposizione ammonta a 104 milioni di euro (parte fondi dell’Ue e parte statali). I 1.800 minori verranno divisi in gruppi di cinquanta e saranno destinati a 36 strutture dove rimarranno per i prossimi due anni. Il piano inoltre, prevede che nelle strutture già passate al vaglio e dichiarate idonee, i minori non accompagnati restino per non più di due mesi per poi essere avviati verso soluzioni più definitive nel sistema Sprar di seconda accoglienza che nel 2015 ha accolto più di 1.600 minori non accompagnati.

In tutto sono 55 gli euro a persona al giorno che verranno corrisposti alle strutture accreditate che saranno obbligate a dotarsi di educatori, assistenti sociali, psicologi, pediatri e mediatori linguistici.

“L’aspetto curioso – conclude il viceprefetto Guarino – è che i richiedenti asilo minorenni presenti ad Arezzo arrivano in città dichiarando di avere già compiuto 18 anni. Questo perché cercano di raggiungere una destinazione ben precisa. Ma una volta sul territorio rivelano la loro età anagrafica corretta e per la macchina dell'accoglienza questo stravolge tutto. In questo modo siamo costretti, in primis a nominare un tutore (che molto spesso sono avvocati o il Comune stesso) e poi attivare le procedure necessarie per l’accoglienza di minori non accompagnati. Un percorso molto differente da quello che viene applicato per gli adulti e che comporta costi e responsabilità molto differenti”.

Soltanto ieri nell'edizione cartacea del Corriere di Arezzo, l'assessore alle politiche sociali di Arezzo Lucia Tanti aveva reso noto che i minorenni non accompagnati ospitati in città sono 12. Tutti prevenienti dall'est Europa e nello specifico dall'Albania.

Ad Arezzo negli ultimi giorni i migranti ospitati nelle 127 strutture abilitate sono arrivati a quota 985. Una decina di questi è stata trasferita in una struttura di accoglienza a Chiusi della Verna.