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Liliana Segre interrompe gli incontri con gli studenti: l'ultimo grande appuntamento sarà ad Arezzo

C'è attesa per un evento che richiamerà giovani da tutta la Toscana e non solo. L'ultimo incontro nel quale la senatrice a vita porterà la sua testimonianza in maniera diretta

L'ultimo incontro con gli studenti sarà in provincia di Arezzo, ad aprile. Poi la senatrice a vita Liliana Segre interromperà le conferenze nelle scuole della Penisola. L'annuncio è arrivato nella giornata di oggi e la scelta di ritirarsi da questo tipo di eventi sarebbe dovuta semplicemente a motivi di età.

Per anni Segre ha visitato scuole, incontrando giovani di tutta Italia e portando la sua incredibile testimonianza di sopravvissuta alla Shoah. Ma adesso, sulla soglia delle novanta primavere, dopo mesi impegnativi e complessi - basti pensare che è sempre sotto scorta per le minacce antisemite ricevute - non se la sente più di portare avanti le conferenze.

Il calendario degli impegni è già stato fissato: l'ultimo appuntamento in programma sarà quello in provincia di Arezzo.

"Dopo 30 anni di continui appuntamenti è provata - ha spiegato il figlio Luciano Belli Paci a Corriere della Sera- , ma questo non vuol dire che non continuerà a testimoniare la sua esperienza". 

L'evento aretino pare essere di particolare importanza. Belli Paci ha spiegato a Corriere della Sera che: "Si parla di un numero pazzesco di giovani (forse 16mila) che ascolteranno per l’ultima volta la testimonianza di mia mamma".

Nell'Aretino potrebbero quindi arrivare migliaia di giovani, da tutta la Toscana e da tutta Italia, per questo ultimo evento organizzato nel più stretto riserbo. L'unica cosa che trapela è che la struttura per ospitare l'evento potrebbe essere lo stadio comunale.

La storia di Liliana Segre

Era il 30 gennaio 1944 quando Liliana Segre venne deportata. Partì dal binario 21 della stazione di Milano Centrale, diretta al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Un viaggio verso l'inferno, lungo sette giorni. Arrivata a destinazione fu subito separata dal padre, che non rivide mai più. Le fu tatuato il numero di matricola 75190 e per circa un anno fu ai lavori forzati presso la fabbrica di munizioni. Alla fine di gennaio del 1945, dopo l'evacuazione del campo, affrontò la marcia della morte verso la Germania.

Il primo maggio del 1945 fu liberata: era una de 25 sopravvissuti dei 776 bambini di età inferiore ai 14 anni deportati ad Auschwitz.

Della sua storia decise di parlare sono molti anni dopo, quando divenne nonna. Raccontare, ripercorrere quei momenti terribili della Shoah, che la società del dopoguerra voleva dimenticare, non era stato possibile. Ma molti anni dopo ci riuscì e da allora ha portato la sua testimonianza in ogni angolo d'Italia. 
Il 9 gennaio 2018 è stata nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella "per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale".

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