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La notte di San Severo: un'altra triste pagina della storia aretina. Le vittime della rappresaglia ricordate in una canzone

Di fronte alla facciata di quella minuscola chiesa che si trova sulle colline che dominano Arezzo c'è un altrettanto piccolo monumento che ricorda uno degli episodi più feroci legati alle stragi naziste e per il quale la frazione di San Severo è...

Di fronte alla facciata di quella minuscola chiesa che si trova sulle colline che dominano Arezzo c'è un altrettanto piccolo monumento che ricorda uno degli episodi più feroci legati alle stragi naziste e per il quale la frazione di San Severo è tristemente conosciuta.

Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 e la conseguente occupazione tedesca dell’Italia, la montagna aretina diviene infatti luogo di conflitti tra i nazisti e la XXIII Brigata Garibaldina Pio Borri.

Il mattino del 14 luglio 1944 un gruppo di soldati tedeschi, ormai in ritirata, esegue un rastrellamento in tutta la zona di Poti, dove hanno trovato riparo molti sfollati della città. Dopo aver arrestato 19 persone, accusate di far parte delle bande partigiane o di proteggere la loro clandestinità, ne rilasciano tre e accompagnano le altre in un bosco per fucilarle. I 16 trucidati, tutti uomini, hanno un’età compresa tra 17 e 67 anni.

L’episodio è ricordato in Notte di San Severo, canzone della band Casa del Vento contenuta nell’album 900 del 2001. Tra le fila della band di combat folk figurano i cugini Luca e Sauro Lanzi, che nel massacro del 1944 persero il nonno.

I Modena City Ramblers hanno reinterpretato questo toccante pezzo nel 2005 per il loro disco Appunti partigiani, che ha visto la partecipazione di artisti del calibro di Francesco Guccini e Piero Pelù.

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