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La storia

Ilaria Bidini a Chi l'ha visto: "Ho pianto e denunciato, ma il mio hater è ancora sconosciuto"

Sette denunce ma indagine ferma. "Reato compiuto da un internet point e non è rintracciabile" spiega l'avvocato Nicola Detti

"Forse lo fanno perché io sono felice e loro, mi dispiace, non hanno una vita”. Questa una delle risposte che Ilaria Bidini, educatrice e Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica italiana, pronuncia di fronte al microfono e alle telecamere di Chi l'ha visto? La trasmissione di Rai3 ha mandato in onda un servizio con una sua intervista in occasione della giornata nazionale contro il cyberbullismo. Ilaria infatti è da tempo vittima di attacchi social da parte di "odiatori di professione" che la bullizzano in particolare prendendo di mira la sua condizione fisica e la sua disabilità.

Ma dietro a questa frase che esprime forza e consapevolezza ci sono anche sofferenza e molte lacrime. "Lì per lì ho pianto tanto perché non me l'aspettavo una cosa del genere, alla fine non ho mai fatto niente di male, mi sono sentita perseguitata, mi guardavo intorno" racconta al giornalista e aggiunge "anche ora mi sento perseguitata, mi hanno detto non ci andare al bar che non ti può vedere nessuno, stai a casa, chiuditi in casa, ammazzati."

Ilaria Bidini ha una malattia genetica rara che rende le sue ossa fragili e la costringe in sedia a rotelle. L'odio nei suoi confronti inizia nel 2017 quando apre il canale youtube per parlare di disabilità e di barriere architettoniche. Alcuni suoi video diventano virali e attraggono un flusso dell'odio che corre sul web. "Mi scrivevano 'ciao nanoide, sei il mostro di Arezzo'. E questo è continuato per anni, ogni volta che accendevo il cellulare, vedevo i commenti, ho iniziato ad avere paura, ho ricevuto insulti e minacce tipo 'ti mettiamo sotto con la macchina, ti ritroverai all'ospedale, ti spezzeremo le ossa'. È vero che anche io sono grande, ma non sono di ferro."

Momenti di scoramento ma anche reazioni energiche."Mi sono detta, perché mi devo suicidare per uno che non conosco? Secondo me è gente che non sta bene, ma è furba perché ha 17 profili, sono degli attori, ce l'hanno con me perché io rispetto a loro sono felice, io faccio tante cose, loro se passano il tempo così anche la notte vuol dire che non hanno una vita."

Sono sette le denunce presentate come vittima di cyberbullismo, ma a nulla è valso come spiega il suo avvocato di fiducia Nicola Detti del foro di Arezzo: "L'indagine si è bloccata nel momento in cui questi personaggi hanno usato l'internet point per commettere questi reati, è impossibile individuarli. O si trovano nel momento in cui lo fanno, oppure non si riescono a individuare."

Un amara conclusione che rende evidente che qualcosa non va, che la legge attuale non è efficace per fermare l'odio che corre in rete.

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