Influenza: "I datori di lavoro offrano il vaccino ai dipendenti. Troppo alti i costi sociali"

Il picco è passato. Ma ancora febbre alta, dolori osteoarticolari, tosse e altri sintomi non sono solo un ricordo. L'influenza continua a imperversare nell'Aretino. Dopo aver mandato in tilt tra fine dicembre e inizio gennaio il Pronto Soccorso, i casi adesso si verificano al rallentatore, ma non è ancora il momento di abbassare la guardia. Anche perché ad essere colpiti sono soprattutto i "giovani": in realtà una fascia d'età molto ampia, che va dall'adolescenza ai 40 anni.

"La campagna di vaccinazione ha funzionato - dice Triggiano, medico di medicina generale - e ad ammalarsi sono stati soprattutto i giovani. Non sono considerati utenti deboli e a rischio, quindi non si vaccinano e che, allo stesso tempo rappresentano la forza lavoro. Il fatto che siano loro ad ammalarsi implica anche tanti importanti costi sociali. Non andare al lavoro influisce sul bilancio familiare ma anche su quello dell'intera collettività".

Da qui l'appello del medico aretino, che fa parte dell'associazione Medici di Famiglia: "Anche anni fa sollevai la questione. La ripropongo oggi: per abbattere questi costi sociali un'idea potrebbe essere quella che vede i datori di lavoro promuovere una campagna vaccinale per i propri dipendenti. Dal commercio all'industria, fino ai servizi: tutti i settori sono interessati. Se pagassero la vaccinazione andrebbe tutto a vantaggio della produttività".

La proposta è dunque lanciata. Per vedere se sarà accolta sarà necessario attendere il prossimo anno, quando partirà una nuova campagna. Per adesso non resta che cercare di evitare il contagio e, in caso l'influenza bussasse davvero alle nostre porte, curarsi senza fare gli eroi.