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Infermieri aretini a Prato per lo sciopero del comparto sanità

Anche rappresentanti aretini all’appuntamento è in programma dalle 10 alle 12 in piazza del Comune. Appello di Nursind a cittadini e politici: “Penalizzati dalla riforma delle pensioni, stateci vicini”

Ci sarà anche una rappresentanza di infermieri aretini al presidio organizzato da NurSind Toscana venerdì in piazza del Comune a Prato. Il sindacato delle professioni infermieristiche, che riunisce oltre 6mila tra infermieri e ostetriche, aderirà allo sciopero generale di tutto il comparto sanità del Servizio sanitario nazionale, in programma per venerdì. 

“Come articolazione toscana del sindacato - spiega il coordinatore regionale Giampaolo Giannoni - abbiamo deciso di organizzare un presidio dalle 10 alle 12 in piazza del Comune a Prato. La scelta di Prato non è casuale: al di là delle giuste rivendicazioni di categoria, vogliamo far sentire la nostra vicinanza a tutti quei colleghi che da oltre una settimana sono alle prese con disagi infiniti per via dell’alluvione che si è abbattuta sul nostro territorio. Faccio quindi un appello ai cittadini e ai rappresentanti istituzionali pratesi perché prendano parte alla manifestazione di venerdì sia per condividere i motivi della mobilitazione nazionale che per dare un segnale concreto di vicinanza”.

Le motivazioni alla base dello sciopero, si fa sapere dal sindacato delle professioni infermieristiche, sono da ricercarsi nella penalizzazione del personale sanitario prossimo al pensionamento, attraverso le modifiche della percentuale di rendimento pensionistico, e nella mancata definizione di una chiara valorizzazione dell’indennità di specificità infermieristica. Giusto per fare un esempio il ricalcolo delle pensioni voluto dal Governo porterebbe un infermiere assunto trent’anni fa a perdere 6mila euro lordi all’anno di pensione.

La profonda crisi in cui versa la professione, prosegue NurSind, vede una gravissima carenza di infermieri nel mercato del lavoro, poca attrattività della professione per i giovani, stipendi bassi, carichi di lavoro elevati, dimissioni precoci, poca autonomia professionale e poca possibilità di carriera lavorativa. Un mix letale che mette a rischio la realizzazione degli investimenti del PNRR e la tenuta del nostro Sistema sanitario nazionale. “Se non si agirà concretamente - conclude Giannoni - temiamo che la carenza infermieristica porti allo smantellamento del servizio pubblico a favore di una sanità sempre più privata”.

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