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Martedì, 16 Aprile 2024
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In fuga dal Mali arriva da solo in Italia giovanissimo. Nicla e Tandia: la storia di un'amicizia

La loro amicizia è iniziata un anno fa quando lui, appena 18enne, è entrato nella sua classe alla Casa delle Culture. Da quel momento i loro cammini hanno iniziato a percorrere un tragitto comune che li ha portati a fidarsi l'uno dell'altra e...

La loro amicizia è iniziata un anno fa quando lui, appena 18enne, è entrato nella sua classe alla Casa delle Culture. Da quel momento i loro cammini hanno iniziato a percorrere un tragitto comune che li ha portati a fidarsi l'uno dell'altra e decidere di affrontare insieme un'avventura nuova e tutta da scoprire.

La storia è quella di Nicla Peruzzi e di Souleyman Tandia. Lei è aretina ha 38 anni e un figlio. Lui invece di anni ne ha 19 ed è arrivato in Italia nel 2016 dopo un viaggio cominciato in Mali quando era poco più che un bambino. In Italia è arrivato come richiedente asilo. Giovanissimo. Da solo.

"Da circa una settimana - racconta Nicla - io e Tandia (lo chiamiamo affettuosamente tutti così) dividiamo il mio appartamento. Ho deciso di mettermi a disposizione per dargli ospitalità e aiutarlo a costruire una vita normale".

Da fine novembre i due, insieme al figlio di Nicla, dividono uno spazio di 50 mq e la quotidianità.

"Recentemente Tandia ha ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari - spiega - Ci siamo conosciuti alla Casa delle Culture nella classe dove insegno come volontaria italiano per gli stranieri. E' un ragazzo molto dolce. Una persona pacata e tranquilla. Tra noi è nata subito una bella intesa e siamo diventati amici. Poi qualche mese fa sono emersi dei problemi circa la sua sistemazione. Ho cercato con ogni mezzo di lanciare appelli alle varie strutture di accoglienza ma in nessuna abbiamo trovato disponibilità di spazi per ospitarlo. Così ho capito che non potevo fare altro che mettere a disposizione il mio appartamento". In conformità con quanto previsto dalla Regione Toscana, i cittadini italiani possono dare la propria disponibilità ad accogliere in casa propria migranti o richiedenti asilo. La proposta era stata lancia la scorsa estate e, tra le finalità, c'era quella di contenere l'emergenza e dare sostegno ai rifugiati presenti nel suolo italiano.

A fine agosto in provincia di Arezzo erano in tutto nove le persone che avevano dato l'ok per aderire al progetto. Cinque avevano messo a disposizione immobili sfitti e quattro il proprio tetto.

"Insieme a mio figlio - spiega ancora Nicla - abbiamo intrapreso questa avventura con grande entusiasmo. Ma anche con la consapevolezza che per Tandia questa sistemazione sarebbe stata solo temporanea. Stiamo facendo del nostro meglio per trovargli un posto di lavoro e dargli gli strumenti necessari per provvedere a sé stesso inserendolo al meglio nella vita sociale di tutti i giorni. Inoltre, Tandia è un instancabile studente di lingua italiana, curioso e sempre avido di nuove letture. Così ho cominciato a rovistare tra i vecchi libri di Noël (mio figlio) e, quasi d’istinto, mi sono diretta verso la storia di Pinocchio. Perché Pinocchio è un po’ il bambino che ciascuno di noi conserva dentro di sè, in un angolo del proprio zainetto esistenziale, anche se per lo più non ci facciamo caso".

E poi l’appello affinché Souleyman possa trovare lavoro: “E’ cresciuto in una fattoria africana e potrebbe fare l’allevatore o il contadino anche in Italia. E' un grande appassionato di cavalli e potrebbe occuparsi con facilità anche di questi animali all'interno di centri di equitazione”.

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