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Il vescovo su Banca Etruria nella notte di Natale: "Si aggiusti la situazione di chi ha perso i risparmi"

Le difficili condizioni che Arezzo sta attraversando, la speranza legata al Giubileo, un immancabile riferimento alla vicenda di Banca Etruria e la questione immigrazione. Ecco i temi affrontati dal vescovo Fontana, nella notte in cui migliaia di...

Le difficili condizioni che Arezzo sta attraversando, la speranza legata al Giubileo, un immancabile riferimento alla vicenda di Banca Etruria e la questione immigrazione. Ecco i temi affrontati dal vescovo Fontana, nella notte in cui migliaia di aretini sono saliti in Duomo per la messa di Natale.

“Dio ci chiede di far prevalere la fede sulle esperienze difficili e complesse del tempo che stiamo vivendo” ha detto l'arcivescovo all’inizio dell’omelia. “Fissiamo lo sguardo sulla famiglia di Nazareth, sulle loro condizioni, umanamente difficili, fanno prevalere la fede in Dio: non disperando, vivono forse inconsapevolmente quella esperienza che è la fonte della gioia dell’umanità intera. E’ l’umiltà di Dio fatto bambino che si abbassa al limite della sussistenza umana pur di salvarci tutti.

Quindi un riferimento al Giubileo della Misericordia. “La nascita di Gesù nel presepe è il più grande atto di misericordia che Dio ha compiuto verso l’uomo - ha continuato il vescovo Riccardo -. In questo anno santo vogliamo metterci alla scuola della misericordia, cioè di chi ha a cuore i miseri e le povertà del nostro tempo, che non sono solamente materiali. Siamo miseri perché ci siamo fidati delle cose più che di Dio”.

Non è mancata poi un'esortazione all'unità, contro i litigi. Interni alla famiglia, interni alla città. Con una digressione anche sul tema dell'immigrazione. “Concordia e pace tornino nelle famiglie, facendo cessare - dove ve ne sono - litigi e divisioni, conflittualità legata al possesso dei beni materiali”. Perché l'anno giubilare diventa“l’occasione propizia per tornare a far pace, a parlare, soprattutto con chi ha il tuo stesso sangue, ma anche con i vicini, contrastando l’indifferenza reciproca, che fa somigliare molti centri abitati del nostro tempo, più ad una giungla che ai borghi della nostra tradizione cristiana. Da qualunque Paese del mondo arrivino gli altri, meritano attenzione e considerazione. Si metta da parte la nefasta logica del competere, che avvelena le relazioni umane, trasformando la convivenza in un continuo e sterile conflitto. Non è questa la civiltà del Vangelo. Abbiamo bisogno di tornare a sentirci fratelli, ad avere rispetto del prossimo, a impegnarci per il bene comune”.

In conclusione le parole su Banca Etruria. “Voglio ben sperare che chi ha potere di aggiustare le cose, non si dimentichi di coloro che, senza colpa, hanno perso i loro modesti risparmi. Si riprenda verso, senza distruggere, indotti dall’emotività collettiva. Il nuovo che è sorto, comunque fonte di lavoro per centinaia di famiglie, non è saggio che sia danneggiato dalle sofferenze che lo hanno preceduto”.

@MattiaCialini

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