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"I lupi ad Arezzo? Hanno proliferato, ma temono l'uomo. Attenzione agli ibridi"

L'attacco a un cane domestico all'interno di un giardino, avvenuto in zona Belvedere a Monte San Savino, ha suscitato reazioni e molte polemiche. Dopo una prima testimonianza più vaga, Silvio, il padrone del cane ucciso, afferma di aver visto con...

L'attacco a un cane domestico all'interno di un giardino, avvenuto in zona Belvedere a Monte San Savino, ha suscitato reazioni e molte polemiche. Dopo una prima testimonianza più vaga, Silvio, il padrone del cane ucciso, afferma di aver visto con i propri occhi un lupo aggirarsi nei boschi attorno all'abitazione nel punto in cui sono stati ritrovati i resti del cane. Attraverso una nota, il Wwf Arezzo ha replicato, ieri, che non sarebbe stato un lupo, bensì un cane inselvatichito il responsabile dell'attacco. Alla redazione di Arezzo Notizie sono piovute - nell'arco di poche ore - segnalazioni su segnalazioni di attacchi a cani domestici in prossimità di boschi e avvistamenti di lupi in zone antropizzate. Sull'argomento è arrivata anche una nota politica di Roberto Salvini, consigliere regionale della Lega Nord: "Sono d’accordo nell’opera di salvaguardia del vero lupo, mentre non è accettabile proteggere i cosiddetti ibridi che danneggiano pericolosamente gli allevamenti toscani. Bisogna, quindi intervenire drasticamente per fronteggiare questa emergenza che colpisce gli agricoltori ed anche tutte le persone che si avventurano nei boschi”.

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Bando alle polemiche sterili e pure agli allarmismi ingiustificati, sul caso dell'attacco e sulla presenza dei lupi (specie protetta) in provincia di Arezzo, prova a far chiarezza il comandante provinciale della Forestale Claudio d'Amico.

Comandante, quanti sono i lupi in provincia di Arezzo?

"Difficile dirlo, meno di un centinaio. Ma il numero fluttua, sia per l'elevata mortalità naturale che per gli abbattimenti illegali".

Ci sono gli ibridi cane-lupo?

"Ad Arezzo ne è stato catturato uno. Dovremmo essere alla seconda generazione di ibridi, che - comunque - sono molti di meno rispetto ai lupi veri e propri, anche se vivono all'interno degli stessi branchi".

Gli ibridi sono protetti?

"In teoria, fino alla prima generazione sono riconosciuti come lupi. Alla lunga il fenomeno di ibridazione rischia di compromettere la presenza del lupo vero e proprio nelle nostre zone. Ancora non è stato deciso cosa fare con gli ibridi: una strategia potrebbe essere quella di limitarli. E' in corso uno studio sull'argomento nell'ambito di un progetto della Regione Toscana assieme all'Università di Sassari".

Ci sono cani inselvatichiti?

"Non ci sono casi documentati nell'Aretino, in altre zone d'Italia sì".

E come nascono gli ibridi?

"Ci sono cani domestici che scappano e magari si accoppiano con i lupi".

Si è fatto un'idea del caso di Monte San Savino?

"Non si può escludere il lupo, se le impronte estromettono il cinghiale".

Ma in quella zona il lupo è presente?

"Il lupo è presente in Casentino, a Lignano, a Poti, in Valtiberina. E' possibile che ci sia anche a Monte San Savino".

Cos'altro potrebbe essere stato ad attaccare il cane di Monte San Savino?

"Un ibrido, un altro cane".

Ma i lupi non hanno paura dell'uomo?

"Molta. Sanno che è bene girare al largo dalle abitazioni, nonostante siano i più grossi predatori delle nostre zone. Mentre gli ibridi hanno meno paura a entrare in contatto con l'uomo".

Gli attacchi alle greggi?

"Capitano, certo. Però l'abbondanza di cinghiali nei nostri territori permette al lupo di vivere all'85% della loro carne. Ci sono poi le altre prede del bosco, gli animali domestici sono attaccati quando per fame il lupo è spinto fuori dal bosco".

Ci sono casi che le risultano di attacchi a cani domestici?

"Pochi mesi fa c'è stato un caso documentato a Sestino. Un cane di piccola taglia sbranato da una lupa che probabilmente aveva temuto per i propri cuccioli. Vorrei aggiungere una cosa".

Prego.

"Sgomberiamo il campo dai dubbi: il lupo è sempre stato presente nelle nostre zone. Nessuno lo ha reintrodotto, come qualcuno sostiene. Vero è che, grazie all'abbondanza di ungulati, negli ultimi 30 anni ha potuto proliferare".

@MattiaCialini

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