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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Giorno del Ricordo: una baracca del campo profughi sarà un ‘centro per la memoria’  

Contributo della Regione per permetterne l’acquisto al Comune. La notizia è stata data dalla vicepresidente della Giunta, Monica Barni, durante la seduta solenne del Consiglio al Teatro Comunale di via San Giuseppe

Il riconoscimento dovuto alle vittime e ai congiunti, perché “la memoria pubblica dei fatti e delle vicende tragiche del ‘900 è fondamentale”. Il vicepresidente Monica Barni interviene per la Giunta regionale alla seduta solenne del Consiglio nel Giorno del ricordo, celebrata nel teatro di Laterina Pergine Valdarno. In primo piano la “forte responsabilità” perché “le nuove generazioni siano dotate di strumenti critici”, nella riflessione condivisa che “i morti delle foibe fanno parte della schiera sterminata delle vittime del secolo scorso”. Gli eventi del confine orientale, argomenta Barni, si collocano in un contesto di esasperazione del principio nazionalista, che si ritrova in ogni guerra. “Domani – annuncia - 50 studenti e 25 insegnanti saranno in viaggio di istruzione verso il confine difficile”, per un percorso che assieme ad associazioni e comunità guarda alla conoscenza storica da parte del mondo scolastico. Contro “odio e xenofobia” e per “un riconoscimento reciproco” la storia è importante quanto la memoria: “Per questa ragione – ha concluso Barni -  consegno alla sindaca Simona Neri una lettera del presidente Enrico Rossi in cui si conferma l’interesse dell’amministrazione per acquistare e restaurare una baracca dell’ex campo profughi, destinandola a Museo della Memoria”.  

Giorno del Ricordo: seduta solenne del consiglio regionale all'ex campo profughi

Roberto Menia  da parlamentare è stato il promotore e primo firmatario della legge che ha istituito il 10 febbraio come Giorno del Ricordo dedicato ai Martiri delle Foibe ed all'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati (Legge 16 marzo 2004 n.92). Ma invitato come relatore alla seduta solenne del Consiglio ha parlato, a lungo, per ‘testimonianza diretta’. Da figlio di esuli, testimone di ricordi e racconti, studioso della storia di quel confine martoriato. “Ormai non c’è quasi più nessuno tra quelli che subirono 75 anni or sono la violenza cieca delle foibe, col loro carico di morti senza croce; e pochi ormai sono anche quelli che negli anni seguenti dettero vita ad un esodo biblico, che fu un plebiscito di italianità  e libertà”. Quegli esuli “si sparsero in 117 campi profughi in Italia, da Trieste a Termini Imerese, da Altamura a Laterina, e finirono poi magari nelle lontane Americhe o nella ancor più lontana Australia”. “Oggi tocca ai loro figli, e io sono uno di questi, conservare quel che loro è stato donato, ridare agli italiani, tutti gli italiani, la memoria di quella tragedia incompresa, ricucire i fili strappati della storia”. Fuori delle strumentalizzazioni che si sono susseguite, perché “la storia e la geografia bisogna conoscerle”, così come l’italianità che trabocca da quelle piazze, quelle strade e quei luoghi, e dai loro nomi. I racconti di Menia circostanziano numeri e fatti – tragici -, radici e storia,  e ricordano come “le stragi delle foibe e l’esodo avvennero in terre che erano già italiane”. Certo, si parla di “un confine drammatico”, ma “convenienze politiche di ordine interno e internazionale indussero a cancellare dalla coscienza e dalla conoscenza degli italiani questa grande tragedia nazionale, che non poteva restare una sorta di memoria privata, confinata lassù alla frontiera orientale e nelle nostre famiglie. Oggi, e questa giornata ne è la prova, l’Italia si riconcilia e riconosce nella sua compiutezza il valore della grande prova che i giuliani dalmati seppero offrire” , conclude Menia.

La giornata di celebrazioni è proseguita con la deposizione di una corona di alloro al cippo commemorativo nei pressi dell’ex campo profughi e quindi con la visita alle baracche rimaste del ‘campo n.82’, con la vicepresidente del Consiglio regionale, Lucia De Robertis e Claudio Ausilio,rappresentate per Arezzo dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia.

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