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Il caso di Letizia e Barbara, il mortale sulla Due Mari. La formazione per agenti e soccorritori ad Arezzo

La mente di tutti è andata all'incidente stradale di San Leo, dove in una tranquilla domenica morirono, investite da una minicar una mamma e la sua bambina di 10 anni che stavano passeggiando sul marciapiede, dirette verso casa. Questo è forse...

La mente di tutti è andata all'incidente stradale di San Leo, dove in una tranquilla domenica morirono, investite da una minicar una mamma e la sua bambina di 10 anni che stavano passeggiando sul marciapiede, dirette verso casa. Questo è forse l'evento che più emotivamente ha toccato la comunità aretina e che ha visto particolarmente coinvolti gli agenti della polizia municipale che intervennero sul luogo del duplice omicidio stradale, insieme agli operatori del 118. Mentre i soccorsi tentavano l'impossibile per le due vittime, gli agenti dovettero fermare e interrogare Danut che era alla guida della minicar, tenere tranquilla la popolazione che si era riversata sul posto, pensare anche, purtroppo, ad avvertire i familiari delle due persone decedute. Proprio quel caso è diventato un modello a livello nazionale, per la gestione della condizione particolarmente difficile, ma che fu encomiabile da parte dei vigili urbani di Arezzo. Proprio il caso della piccola Letizia e della mamma Barbara è tornato alla mente nel giorno del convegno sull'omicidio stradale organizzato dal Comune di Arezzo come momento di formazione per gli agenti della polizia municipale al quale hanno partecipato anche i vigili urbani dei comuni limitrofi, i vigili del fuoco, polizia di Stato, polizia stradale, carabinieri e volontari della protezione civile.

La stretta attualità invece ha riportato tutti all'incidente mortale che si è verificato ieri sera nella superstrada per Monte San Savino dove ha perso la vita un 46enne aretino, cuoco di professione, quartierista di Porta Santo Spirito. Una morte improvvisa da raccontare alla compagna, ai figli.

Come gestire le emozioni sul posto, quali parole usare con i familiari, come superare lo stress di situazioni intense e dolorose nel post incidente. Tutti argomenti affrontati dagli operatori dell'associazione Cerchio Blu, chiamata ad Arezzo su idea del consigliere comunale Giovanni Romanini, ingegnere che svolge molto spesso il ruolo di perito anche in seguito ad incidenti stradali gravi e per questo collabora con le forze dell'ordine.

Il sindaco Alessandro Ghinelli ha portato il suo saluto:

sono molto contento di aver dato il patrocinio a un evento così importante. Molto spesso viene trascurato l’aspetto del dare supporto nel corso di eventi drammatici. In prima persona sono stato presente a situazioni di emergenza nelle zone terremotate. È importante gestire il rapporto con i familiari per attenuare le condizioni di stress sia per i parenti che per i soccorritori”.

Presente anche il comandante della polizia municipale Cino Augusto Cecchini:

“non è facile affrontare la morte, quando ci troviamo in mezzo ad accadimenti tragici la situazione è difficile da gestire. Quello che oggi i professionisti ci diranno sarà utile anche per avere indicazioni su come migliorarci”.

Sono intervenuti anche il presidente di Cerchio Blu Graziano Lori, sociologo ed esperto in coordinamento e progettazione dei sistemi di sostegno ai familiari delle vittime, Emanuela Haimovici, counselor dell’emergenza e Cristina Di Loreto, psicologhe e psicoterapeute.

Che cos'è l'associazione Cerchio Blu

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