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Gioco d'azzardo, 9 comuni oltre la media. Nel 2016 in fumo 478 milioni, Neri: "Fondamentale il regolamento"

Sansepolcro, San Giovanni Valdarno, Montevarchi, Foiano della Chiana, Cortona, Civitella, Castiglion Fiorentino, Capolona e Arezzo. Sono questi i nove comuni che hanno una condizione più preoccupante per i volumi di gioco d'azzardo. La notizia...

Sansepolcro, San Giovanni Valdarno, Montevarchi, Foiano della Chiana, Cortona, Civitella, Castiglion Fiorentino, Capolona e Arezzo. Sono questi i nove comuni che hanno una condizione più preoccupante per i volumi di gioco d'azzardo. La notizia arriva dai dati dei Monopoli di Stato, elaborati dal delegato dell'Anci Toscana per il progetto ludopatie, Simona Neri. Questa triste classifica vede il comune di Civitella in Val Di Chiana primo con 2.324 euro di spesa annua pro capite, riferita al 2016, destinata al gioco d'azzardo. Un dato questo che però è drogato dalla presenza nel territorio di Civitella degli Autogrill autostradali che notoriamente sono un luogo di vendita di massa di prodotti come gratta e vinci e lotterie varie e raccolgono un bacino d'utenza non riferibile alla cittadinanza di questo comune. Segue Castiglion Fiorentino con una spesa a testa di 1.888 euro. Ci spostiamo poi in Valdarno per il terzo gradino del podio, è San Giovanni infatti la terza cittadina aretina con la più alta spesa in gioco d'azzardo con 1.837 euro all'anno. Poi c'è Arezzo con 1.784 euro. Seguono le altre cinque tra i 1.459 e i 1.600 euro.

In provincia di Arezzo nel 2016 sono stati spesi 478 milioni e oltre nei vari giochi, dai gratta e vinci, alle lotterie, alle scommesse sportive con le videolottery e le slot machine che da sole si sono mangiate il 50% di tutto il budget e corrispondono anche ai tipi di giochi più alienanti, che creano più dipendenza. A fare la parte del leone nel 2016 è il comune di Arezzo dove si sono spesi 177 milioni di euro in gioco d'azzardo.

Da non sottovalutare anche l'andamento del fenomeno nella piccola comunità di Capolona, 5mila anime, 8 milioni e 312 mila euro di spese in gioco d'azzardo, oltre 6milioni di vincite, con una spesa pro capite nel 2016 di 1.528 euro.

Dati preoccupanti se si considera che nel conteggio della spesa pro capite sono inseriti anche i minorenni che per legge non possono giocare e anche ovviamente la fascia di popolazione che non è vittima del gioco d'azzardo. Chi gioca quindi spende molto di più della media del proprio comune, mettendo a rischio la sua condizione economica, i rapporti familiari e spesso anche lavorativi.

Sono le politiche di prevenzione e le scelte amministrative che possono fare la differenza se accompagnate da adeguate politiche nazionali. In questo senso interviene il regolamento che ha elaborato l'Anci Toscana e che è stato consegnato ai Comuni perché lo adottino.

"Il lavoro da fare è molto ampio e delicato - dichiara la delegata Simona Neri, sindaco di Pergine - il regolamento mira a ostacolare nuove aperture, fissando a 500 metri di distanza, da numerose tipologie di luoghi le sale gioco, e le vendite di tagliandi. Lontani da bancomat, stazioni e fermate dell'autobus, lontane dai luoghi ricreativi e di aggregazione sociale, dalle scuole e dai centri del divertimento, con l'obiettivo di eliminarli dall'interno di bar e tabacchi. Sarebbe importante anche regolamentare le fasce orarie, basandosi sulle ordinanze degli enti locali che vengono emesse in casi di pericoli per la salute pubblica, come dovrebbe essere considerato quello delle ludopatie."

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