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Addio Vaticano, Giani: "Ho avuto l'onore di lavorare con tre Papi". Il saluto a Bergoglio

L'aretino racconta come la fuga di notizie - alla base della crisi e delle dimissioni - pur non dipendendo da lui lo abbia lasciato sgomento. 

L'onore di servire tre Papi, il rapporto speciale con Bergoglio, la sua esperienza ventennale: Domenico Giani ha raccontato in una lunga intervista a Vatican News, l'organo di stampa della Santa Sede, gli ultimi delicatissimi giorni, che hanno portato alle sue dimissioni. 

L'aretino, estremamente apprezzato per la grande professionalità e per l'indubbia fedeltà con la quale ha lavorato per la sicurezza del Pontefice, racconta come la fuga di notizie - alla base della crisi e delle dimissioni - pur non dipendendo da lui lo abbia lasciato sgomento. 

L’uscita di questo documento, pubblicato da alcuni organi di stampa- si legge nell'intervista -, ha certamente calpestato la dignità di queste persone. Anche io come Comandante ho provato vergogna per quanto accaduto e per la sofferenza arrecata a queste persone. Per questo, avendo sempre detto e testimoniato di essere pronto a sacrificare la mia vita per difendere quella del Papa, con questo stesso spirito ho preso la decisione di rimettere il mio incarico per non ledere in alcun modo l’immagine e l’attività del Santo Padre. E questo, assumendomi quella “responsabilità oggettiva” che solo un Comandante può sentire.

Giani si dimette, lungo colloquio con Papa Francesco

Non è stata una decisione facile quella di rassegnare le dimissioni, ma Giani ha sottolineato di aver agito con la serenità interiore con la quale ha sempre preso decisioni e ha sempre lavorato. Poi ha sottolineato il suo rapporto con il Santo Padre, definito come di "paternità", e ha spiegato che Papa Francesco fosse al corrente delle "fatiche personali" del Comandante.

Il Papa, d’altronde - ha dichiarato Giani - conosceva però anche alcune fatiche personali che ormai da mesi stavo portando e anche un desiderio di dedicare maggiore tempo alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei figli. Sono dunque profondamente grato al Santo Padre perché il suo attestare la mia lealtà, l’onore e la fedeltà con cui ho svolto il mio servizio, mi aiuta ad affrontare con serenità il futuro e i nuovi impegni che potrò assumere, nell’ambito delle mie competenze, dopo questa esperienza straordinaria.

E poi un piccolo bilancio di quella immensa esperienza fatta a capo della Gendermeria e a fianco di più pontefici.

Ho avuto l’onore di servire tre Papi. Se chiudo gli occhi, mi scorrono davanti infinite scene dei quasi 70 viaggi apostolici internazionali che ho seguito, di innumerevoli visite pastorali a Roma e in Italia e di tantissimi momenti privati con i tre Pontefici. Accanto a questo, mi piace ricordare che, sotto il mio Comando, la Gendarmeria ha sviluppato tutta una serie di attività caritative e di servizio agli ultimi come ci chiede il Vangelo.

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