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Ex Etruria. Dai sindacati: "Vogliamo risposte dalla nuova commissione parlamentare sulle banche"

L'appello è stato lanciato dal coordinatore provinciale della Federazione Autonoma Bancari Italiani

"Sono troppi i misteri che attendono di essere svelati e riguardanti la nostra banca".
Ad intervenire è Fabio Faltoni, sindacalista in Ubi Banca e segretario provinciale coordinatore della Federazione Autonoma Bancari Italiani. E' proprio lui all'indomani della crisi di governo e la conseguente formazione del "Conte-bis" a prendere parola per sottolineare e ribadire l'importanza di nuovi accertamenti da parte della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche sulla vicenda della ex Etruria-

Avrebbe dovuto riunirsi il 4 settembre per eleggere gli organi di presidenza, ma la crisi di governo ha rimandato la prima riunione della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche, istituita con legge 28 del 26 marzo scorso, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione. 

Anche sulla scorta dei suggerimenti espressi dal Presidente della Repubblica, dovrà abbracciare tutto il sistema bancario nazionale; tra l’altro, dovrà valutare la normativa in materia di incompatibilità e di conflitto di interesse delle Autorità di Vigilanza: Banca d’Italia, Consob, Ivass - Istituto Vigilanza sulle Assicurazioni e Covip - Commissione vigilanza sui fondi pensione.

Dovrà valutare l’eventuale istituzione di una Direzione nazionale per i reati finanziari e bancari, idea lanciata a inizio 2018 dal Segretario generale della FABI Lando Sileoni; dovrà analizzare le disposizioni emanate dalle Autorità di Vigilanza sui crediti deteriorati, tema - anche questo - centrale per il nostro Sindacato, proprio per i rischi connessi al recupero dei crediti nei territori da società spesso straniere e comunque non collegate - a differenza delle banche - con le realtà economiche locali.

Tornando ai conflitti fra le Autorità di Vigilanza, chissà se la Commissione vorrà approfondire il caso BancaEtruria e quel collasso che vi fu - nei suoi ultimi anni di vita - fra la Banca d’Italia e la Consob in tema di ispezioni o di autorizzazioni ad emettere prestiti obbligazionari e aumenti di capitale; un “cortocircuito”, questo, affrontato forse troppo superficialmente dalla Commissione del 2017. Un brutto e letterale scaricabarile che partì dai vertici Banca d’Italia e Consob (tutti puri e senza colpe, evidentemente) e che si abbatté sulle banche e sui lavoratori.

Perché sono troppi i misteri che restano ancora su alcuni passaggi fondamentali della nostra banca. Ancora, perché nell'autunno del 2015 - a un passo dalla "risoluzione" - i due commissari della banca aretina erano convinti di convocare entro la fine dell’anno una doverosa e legittima assemblea dei soci? Perché e chi non volle che i legittimi proprietari della banca, quasi settantamila e tra i quali la gran parte dei dipendenti, si riunissero per ascoltare i Commissari e magari per decidere di intervenire per salvare la banca in maniera incruenta? Perché questa sorta, ovviamente legale, di “sospensione” - all’ultimo minuto - della democrazia assembleare?

Fiduciosi e pazienti, aspettiamo risposte.

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